Ancora lui! L’eritreo Biniam Girmay, 24 anni, africano di Asmara, uomo-jet del team Intermarce- Wanty, si è imposto anche sul traguardo di Villeneuve Sur Lot con una volata esplosiva. Ha messo in fila tutti i più forti velocisti del mondo. La notizia ha mobilitato, in Eritrea, la gente per strada. Il velocista eritreo è ormai una leggenda nel suo Paese: è diventato il primo corridore dell’Africa Sub sahariana a vincere tappe al Tour.
Tappa n.12 disegnata per velocisti. Frazione di 203,6 km con un dislivello di 2.200 metri e 3 GPM di quarta categoria, l’ultimo al km 135; quindi 70 km piatti. Il percorso della Aurillac-Villeneuve Sur Lot è stato affrontato col pensiero del tappone di venerdi 12 incentrato sulla scalata dell’iconico Grand Colombier, cuore del Massiccio del Giura a nord delle Alpi, al confine con la Svizzera. E non sono mancate le sorprese come la caduta in gruppo dopo una mezz’ora (coinvolto Pogacar senza conseguenze) e i ritiri di Pello Bilbao e Jakobsen Partenza alle 13.48, prima parte molto mossa, quindi i primi due gpm (Autoire e Rocamadur) entrambi vinti da Abrahansen, l’inattesa fuga di un quartetto dopo la caduta composto da Madouas,Pacher,Turgis, Abrahansen. A metà corsa il traguardo volante di Gourdon vinto dalla maglia verde Girmay e dopo 25 km il terzo GPM (Montclera, 286 metri). Situazione cristallizzata. Quartetto sempre in fuga, gruppo (rilassato) a due minuti comunque in continua rimonta. A 70 km dall’arrivo i battistrada, senza Turgis, conservano 56” di vantaggio.
Dopo il terzo gpm comincia un’altra corsa. Percorso (quasi) piatto e saliscendi non durissimi. Ci si prepara per la volata conclusiva. Restano al comando Abrahansen, Pacher e Madouas quando mancano 50 km all’arrivo. Il gruppo comunque li tiene nel mirino. Lunghi rettilinei in una bellissima campagna. Ad una quarantina di km dal traguardo finisce l’avventura dei fuggitivi. Ai -30 il ritmo si alza, punte di 53 km/h, gruppo compatto e vigile, sede stradale ampia, saliscendi anche al 5%. Si temono contrattacchi. Per scongiurarli il plotone impone una andatura elevata.
A 12 km dal traguardo una brutta caduta, Roglic coinvolto con un gran volo. Riparte visibilmente sofferente. Perde oltre un minuto. Si formano i treni. Tensione alle stelle. Afa, temperatura percepita sui 35 gradi. Gli uomini di classifica si mantengono nelle prime posizioni. È bagarre. Pericolose rotonde e semicurve. Lungo rettilineo conclusivo. L’eritreo trova un varco al centro della strada, si ingobbisce in uno sforzo titanico e brucia di mezza ruota Van Aert e Demare.
1. Girmay, 2. Van Aert, 3. Demare, 4. Adermann, 5. Cavendish, 6. Philipsen, 7. De Lie, 8. Kristoff, 9. Bauhaus, 10. Coquard.
1. Pogacar, 2. Evenepoel (+1’06), 3. Vingegaard (+1’14), 4. Almeida (+4’20), 5. Rodriguez (+4’40), 6. Roglic (+4’42), 7. Landa (+5’38), 8. Adam Yates (+6’59), 9. Ayuso (+7’09), 10. Ciccone (+7’36).
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