Tesoro e Bankitalia: “Nullo” il trucco delle banche: non applicano la legge sulla commissione di massimo scoperto e inventano nomi per farsela pagare lo stesso. Il raggiro nelle lettere che arrivano a casa.

Se avete un conto corrente in una qualsiasi banca italiana, di sicuro è arrivato anche a voi. Magari, se non siete un imprenditore che fatica farsi concedere credito, se non avete l’abitudine ad andare, per amore e per forza, in “rosso” con il conto l’avete anche buttata via dopo averla letta senza capirne più di tanto. Era una lettera, della vostra banca appunto. Vi informava sulle nuove condizioni, come al solito con la formula del prendere o lasciare. Era scritta in puro burocratese bancario, non a caso, era scritta apposta così perchè vi apparisse come posta incomprensibile e inutile. Se ve l’avessero scritta in italiano la traduzione era: c’era una volta la “commissione massimo scoperto”, cioè una piccola tangente che la banca si prendeva sul vostro “rosso”. Se la prendeva calcolandola come alla banca sembrava più opportuno e conveniente, per la banca, non per voi.

Le banche, tutte, lo facevano in maniera talmente arbitraria e vessatorio che il governo era intervenuto per cancellare la commissione di massimo scoperto. Cancellarla era un ordine del governo e della Banca d’Italia. Bene, anzi male: nella lettera c’era scritto, in maniera tale da non farvelo capire, che la commissione moriva ma resuscitava con un altro nome. Ogni banca ha lavorato di fantasia per inventarsi un nome nuovo ma la sostanza era ed è, nella lettera e nel conto, che quei soldi che si prendevano prima le banche continueranno a prenderseli, magari un po’ di più. Con tanti saluti all’ordine impartito dal governo e da Bankitalia.

Tanto massiccia e spudorata è stata l’evasione e l’elusione delle disposizioni governative che il governo se n’è accorto. Con rabbia. Il ministero del Tesoro ha dichiarato “nulle” queste nuove commissioni che la banca vi ha comunicato vi tratterrà dal conto. «Per quanto riguarda le nuove clausola applicate dagli istituti di credito si è dall’avviso che qualora le stesse, nonostante il nomen formale, abbiano la stessa funzione della commissione di massimo scoperto debba ritenersi nulle, in quanto non conformi alla legge…». Firmato Ministero dell’Economia, contro firmato Bankitalia. Più chiaro di così non si può: le banche sono state colte ad ignorare e aggirare la legge, in massa e con discutibile, anzi intollerabile destrezza.

Non è questione di due soldi, da queste commissioni le banche incassano miliardi di euro. Dieci, cinquanta, cento all’anno moltiplicati per decine di milioni di clienti. Ed è anche una questione a suo modo etica: le banche insistono a costruirsi e ad applicare una legalità tutta loro che fa il verso e di fatto irride alla legalità vera. È un malcostume finanziario che sfiora e talvolta sfora il confine del raggiro. Bankitalia aggiunge che monitorerà la situazione in attesa che le banche la smettano. A noi resta in mano, se non l’abbiamo buttata, la lettera con il trucco bancario nero su bianco. Che dobbiamo fare, portarla in Bankitalia o direttamente al commissariato di polizia? Nel frattempo la commissione, qualunque nome abbia, corre. Il cliente paga e, se vai in banca, il massimo che ottieni è un funzionario che allarga le braccia e ti dice che lui non c’entra.

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