Thyssen, parenti: "Giustizia è fatta, ma non riavremo i nostri cari"

TORINO – E' stata fatta giustizia, ma non riavremo i nostri cari: parenti delle vittime del rogo della Thyssenkrupp usano tutti le stesse parole. Si stringono in abbracci, qualcuno piange, qualcuno applaude, qualcun altro resta immobile, quasi impassibile ad ascoltare il lunghissimo dispositivo: e' la fine di un calvario durato decine di mesi. Nessuno gioisce, non trapela, se non pallida, neanche la soddisfazione di una sentenza che hanno atteso udienza dopo udienza. ''E' andata bene – dice Grazia, la mamma di Rosario Rodino' – e ringrazio il dottor Guariniello per il lavoro fatto, e' stato bravissimo. Speravo in questa sentenza, ma non me la aspettavo. Adesso cerchero' di andare avanti: mio figlio non lo riavro' piu', ma gli avevo promesso giustizia e ho fatto di tutto perche' fosse cosi'''. ''Forse – aggiunge – e' stata scritta una pagina di storia, ma non riesco a pensare ad altro che a mio figlio. Questa condanna per loro – ha detto riferendosi agli imputati – e' ancora poco, dato che loro sono ancora vivi e mio figlio e' in un buco. Adesso ho ancora la speranza nella giustizia di Dio''. ''E' stata una condanna esemplare – ha aggiunto Isa Pisano, madre di Roberto Scola – che abbiamo atteso per tanto tempo. Purtroppo, il nostro dolore non finira' mai. Al dottor Guariniello dico grazie mille volte''. Tra i pochi a rimanere impassibili alla lettura della sentenza, indossando una maglietta nera che chiede ''condanne esemplari'' nei confronti degli imputati e' stato Antonino Santino, padre di Bruno. ''Se le pene fossero state piu' severe – ha detto – sarebbe stato ancora meglio. E' stata fatta una buona parte di giustizia, ma non ancora tutta. Per me sarebbe stata piu' appropriata una condanna all'ergastolo. Il dottor Guariniello e' stato bravissimo, gli abbiamo stretto piu' volte la mano, lo faremo ancora, per dirgli il nostro grazie''. .

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