Macron il torturatore delle genti. Tutti sindacati francesi di tutte le categorie e tutta la variegata e composita opposizione di sinistra e l’opposizione di destra, Melenchon con più fervore e la Le Pen con più compostezza, e circa il 60 per cento dei “sondaggiati” denunciano la tortura sociale cui Macron vuol sottoporre i francesi. Talmente brutale la tortura che in Parlamento neanche i deputati conservatori se la sono sentita di garantire a Macron l’avrebbero votata. E ora Macron, novello Nerone mixato con redivivo Caligola, emana imperiale decreto di tortura. Eccola l’immane, indicibile, efferata tortura per i francesi: andare in pensione a 64 anni. Qui, oggi, subito, da domani? No, in modici scalini: età pensionabile che si allunga in scalini di tre mesi ciascuno da qui al 2030. Ognun vede come siano sette anni di “ruota”, lo strumento di supplizio che allunga e spezza ossa e muscoli.
Ed ecco l’infierire sui più deboli: i francesi che andavano in pensione secondo “regimi speciali” (ad esempio i ferrovieri e il trasporto pubblico) alla ragguardevole età di 58/59 anni continueranno ad andarci a 58/59 anni. L’innalzamento dell’età pensionabile riguarda solo i nuovi assunti. Ognun vede come ci sia intento malvagio nella discriminazione: se son diritti acquisti son diritti acuisti per l’eternità! E poi questo Macron è anche sciocco, se si faceva furbo faceva come in Italia dove l’età pensionabile per legge è da tempo 67 anni, altro che 64. Ma l’età vera in cui si va in pensione da noi è tra i 62 e i 63 anni in media. Da noi la regola la fanno le eccezioni. Se non fosse così presuntuoso, Macron avrebbe copiato.