Tre anni senza Kobe Bryant. L’Italia del basket (e non solo) giovedì 26 si è fermata per commemorare il campione leggendario nel terzo anniversario della tragica scomparsa.
Un campione cresciuto nel Belpaese seguendo le orme cestistiche del padre Joe, alfiere negli anni ‘80 di quattro squadre italiane: Rieti, Viola Reggio Calabria, Olimpia Pistoia, Reggio Emilia.
La stella del NBA e oro in due Olimpiadi (Pechino 2008, Londra 2012) ha lasciato in Italia amici di gioventù, mai dimenticati, e ricordi indelebili; soprattutto nella città emiliana. Poi è tornato negli Stati Uniti dove ha disputato tutta la sua carriera professatica nei Los Angeles Lakers conquistando 5 titoli.
Inoltre è stato il primo giocatore NBA a militare nella stessa squadra per 20 stagioni. Rientra tra gli sportivi più conosciuti nel mondo e la sua carriera è ritenuta una delle migliori nella storia del basket professionistico.
IL PERIODO REGGIANO (3 ANNI)
Kobe ha vissuto in Italia dai 6 ai 13 anni di età. Ma il periodo reggiano è quello che gli ha lasciato le tracce più profonde. È nato un affetto reciproco e la città si è fermata per il tributo all’indimenticato campione. Al cinema Rosebud, gremito all’inverosimile, è stato proiettato il documentario “Kobe, una storia italiana”.
I bimbi del nido scuola Otello Sarzi hanno appeso al Ginkgo Biloba – messo a disposizione dall’Unesco della città e dedicato a Kobe – bellissimi pensieri alla memoria. Il Ginkgo è un albero affascinante per la sua storia, per il suo portamento e soprattutto per le foglie che in autunno assumono un giallo unico: il colore della maglia dei Lakers. È considerato un relitto delle foreste primordiali. Le sue origini risalgono a 250 milioni di anni fa. Più esemplari sono sopravvissuti alla esplosione di Hiroshima; in Giappone è considerato “portatore di speranza” e simbolo di pace.
L’OMAGGIO DEL SINDACO: SEMPRE CON NOI
Il sindaco di Reggio Emilia Vecchi(PD) ha detto: ”La tragica scomparsa di Kobe e sua figlia Gianna colpì e scosse il mondo intero. Non poteva non essere così anche a Reggio Emilia dove Kobe visse diversi anni della propria vita e dove mantenne un legame e una relazione con tanti amici. La nostra città ha sempre avuto un rapporto speciale con la memoria dei fatti che segnano la sua storia. È da qui che e’ nata la volontà di dedicare una piazza di Reggio, quella del Palasport, a Kobe e Gianna, e di ricordarli ogni anno con alcune iniziative. È stato un modo per interpretare lo spirito della città che ha apprezzato e partecipato. Se Kobe è diventato cio’ che la storia del basket ricorderà per sempre, lo deve in parte anche a quanto accadde a Reggio nella sua adolescenza. Ricordarlo è anche un atto di rispetto e consapevolezza di tutto questo”.
UNA TRAGEDIA SULLE COLLINE DELLA CALIFORNIA
Kobe Bryant e la figlia 13ennne Gianna la mattina del 26 gennaio 2020 erano a bordo di un elicottero (di proprietà) decollato dall’aeroporto della Contea Orange-John Wayne, in California. Dopo mezz’ora di volo l’elicottero è precipitato prendendo fuoco; la causa è stata attribuita alla nebbia fitta. Il velivolo si è schiantato sulle colline di Calabasas alle 9.47, nella contea di Los Angeles.
Tuti morti (9 persone). Kobe aveva 41 anni. Aveva lasciato i Lakers da quattro (1 luglio 2016). La lettera di congedo dal club e’ stata convertita in un cortometraggio animato, diretto da Glen Kane, e premiato con l’Oscar due anni dopo. Kobe Bryant è il primo sportivo in assoluto a vincere un Oscar.