Treviso, 21enne musulmana: Picchiata perché amo un cattolico

Treviso – "Mi hanno picchiato, hanno tentato di trascinarmi via dalla casa di Giacinto, di sequestrarmi in Macedonia, mi hanno detto che mi avrebbero ammazzata e bruciata. E so che potrebbero farlo. Per questo non ritiro la mia querela. Combatto per la mia libertà e per la mia vita". A parlare così è Leonora Jahja, 21 anni, macedone, nata in una famiglia musulmana e ora teste chiave del processo che vede imputata la sua famiglia. La giovane, intervistata da 'La tribuna di Treviso' racconta degli anni passati a difendere il suo amore con Giacinto, tre anni più grande di lei, figlio dei vicini di casa della sua famiglia, arrivata a Quinto, nel trevigiano, nel 2005. "Ho tenuto segreto questo amore – racconta Leonora – perché sapevo che i miei non l'avrebbero accettato". Ieri in tribunale la giovane è stata sentita come vittima dei pestaggi e delle minacce di morte da parte dei genitori. Ora Leonora, che è andata a vivere con il fidanzato, vuole scrivere un libro "perché – dice a 'La tribuna' – voglio aiutare altre ragazze come me, ragazze che vogliono essere libere di scegliere il proprio presente e il proprio futuro, di vivere i propri amori e di integrarsi in Italia senza costrizioni da parte della famiglia per motivi religiosi o culturali".

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