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Troppe foto di bambini sui social, servono contromisure: dietro lo schermo fiorisce il business dei predatori di siti porno

Troppe foto di bimbi sui social. I diritti del minore vanno tutelati. Pochi genitori sono consapevoli dei potenziali pericoli che si annidano dietro la diffusione sui social delle foto dei loro figli.

Pubblicare immagini in rete non è la stessa cosa di farlo per gli album di famiglia. I genitori devono sapere che dietro gli schermi ci possono essere (e ci sono!)  predatori di siti pedopornografici o sedicenti “agenzie” che rivendono in modo abusivo le fotografie rubandole  dai profili privati.

E con l’intelligenza artificiale in decollo i pericoli connessi all’uso delle immagini sono incalcolabili. E allora che fare?

CONTROMISURE URGENTI
Due sentenze della magistratura di Torino hanno avvertito del pericolo che si nasconde dietro la pubblicazione sui social delle foto di minori e che, in ogni caso, occorre il consenso di entrambi i genitori.

Gli “interessi del bimbo meritano il rigoroso rispetto”. Una ovvietà. Maria Teresa Bellucci, viceministra delle Politiche Sociali, ha a sua volta messo in guardia sul fenomeno inquietante e ha assicurato che il governo sta già affrontando questi temi :”

I minori vanno tutelati sotto ogni aspetto ed è certamente necessario che le istituzioni regolamentino in modo ancor più puntuale la pubblicazione delle foto dei bambini sui social network. I bambini, come anche le persone fragili, hanno diritto a maggiori tutele in ragione della propria incapacità e immaturità nell’esprimere il consenso e nel rivendicare il rispetto dei diritti universali.

Esposizioni non appropriate possono essere veicolo di bullismo e violenza, ma anche di frustrazione e di sofferenza”.

UN BUSINESS CRIMINALE N CRESCENDO
Il fenomeno è diventato un business che fa paura. È triplicato il numero di Italiani che navigano sui siti pedo-pornografici (fonte Telefono Arcobaleno).  È il 6,5% del mercato mondiale.  La pedofilia in rete cresce a dismisura.

Idem gli spazi virtuali clandestini. Dicono gli psicoterapeuti come la Bellucci:” Se ci scandalizziamo giustamente per lo sfruttamento dei bambini nei campi o nelle fabbriche, allo stesso modo ci deve far riflettere il lavoro digitale. I baby influencer sono lavoratori e hanno diritto a più ampie tutele”.

GLI ADOLESCENTI E I SOCIAL
Un recente studio della BVA Doxa ha certificato che gli adolescenti Under 16 utilizzano sopratutto 3 social: Instagram, Whatsapp, You Tube. E che un ragazzino su due (10-11 anni) ha uno smartphone; e che un bambino su 4 (8-9 anni) usa YouTube e guarda soprattutto Gamer, Vlogger, Canali animati, Tutorial, Sfide e Unboxing.

Una recente ricerca dell’Università di Cassino ha certificato che l’88% degli Under 14 usa i social network e oltre il 50% ritocca la propria immagine. La percentuale di chi usa i social sale al 100% se si guarda unicamente ai 13 enni.

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