Si apre un nuovo spiraglio di luce nella ricerca per la cura dei tumori. Un farmaco ancora in via di sperimentazione, provato su due malati gravi di cancro alla prostata, ha riportato dei risultati inaspettati. Si chiama “Ipilimumab” ed è un anticorpo monoclonale che stimolando il sistema immunitario riesce a far regredire il tumore rendendolo quindi operabile.
I ricercatori statunitensi della Mayo Clinic di Rochetser in Minnesota ne hanno fatto assumere una dose a due uomini con neoplasia in stato avanzato che ora potranno essere operati, nonostante la malattia fosse giunta ad una fase che senza questo nuovo farmaco avrebbe precluso loro l’intervento. Uno di loro, Fructuoso Solano Revuelta, aveva un tumore più grande di una palla da golf che si era ormai diffuso oltre la prostata, raggiungendo l’addome. A pazienti in queste condizioni viene comunicato che l’aspettativa di vita si limita a qualche mese. Con questo nuovo farmaco può sperare in una guarigione completa.
Un risultato formidabile che ha suscitato grande euforia fra gli specialisti, soprattutto se si pensa che il cancro alla prostata è la forma tumorale più diffusa al mondo e i casi si sono addirittura triplicati negli ultimi 30 anni. Il fatto eccezionale ha quindi convinto i ricercatori a rendere pubblico il risultato ben prima della conclusione della sperimentazione.
Il dottor Eugene Kwon – urologo della Mayo Clinic del Minnesota (Usa), uno dei centri specialistici più quotati al mondo – ha paragonato i risultati dell’esperimento allo sfondamento della barriera del suono. «Rappresenta il Santo Graal della ricerca sul cancro alla prostata – ha commentato parlando con l’ “Indipendent” – eravamo sulle sue tracce da anni».