Turchia, elezioni: terza ondata di video a luci rosse

ANKARA 21 MAG Lo scandalo d – ANKARA, 21 MAG – Lo scandalo delle intercettazioni video illegali a luci rosse ha colpito per la terza volta una formazione minore turca che e' ago della bilancia 'costituzionale' nelle elezioni parlamentari in Turchia del 12 giugno: i nazionalisti dell' Mhp, i cui seggi in bilico sulla soglia di sbarramento del 10% servono al premier islamico moderato Recep Tayyip Erdogan per imporre una nuova costituzione al paese senza doverla negoziare con la tendenzialmente piu' laica opposizione socialdemocratica del Chp. Sei dirigenti del partito, quattro dei quali con l'inflazionato grado di 'vicepresidente' ma pur sempre di spicco, hanno annunciato le dimissioni per evitare la diffusione su internet di una terza ondata di video compromettenti dopo le due precedenti che, questo mese, avevano costretto alle dimissioni altri quattro loro colleghi. Il dibattito politico nel paese musulmano e' morigerato e' parla pudicamente solo di ''kasetler'', le ''cassette'' video i cui contenuti, secondo i pochi che li hanno visionati, sembrano pero' un Decamerone capace di condizionare l'elettorato: deputati sposati che sbaciucchiano amanti, altri in camera d'hotel con studentesse universitarie, uno che addirittura rivela ad una prostituta quanto lo ecciterebbe vederla con solo il velo sul capo. La terza ondata che ribolle nei server di internet conterrebbe anche dichiarazioni politiche compromettenti rubate alle vittime durante riunioni di partito. Gli analisti sono divisi sull'impatto elettorale dello scandalo: c'e' chi dice che spingera' l'Mhp sotto l'altissima soglia di sbarramento turca del 10%; c'e' pero' anche chi sostiene che l'elettorato turco parteggia sempre per le vittime delle aggressioni, in questo caso mediatico-politiche, che sembrano andare ancora una volta a vantaggio del partito del premier Erdogan (gia' il principale partito di opposizione, il Chp, era stato 'decapitato' l'anno scorso con uno scandalo analogo che aveva costretto alle dimissioni il suo leader, Deniz Baykal, ripreso in mutande con la sua matura segretaria eletta a tenera amante ma anche a deputata). Dietro la diffusione dei video c'e' un oscuro sito di sostenitori di un ''Differente idealismo'' (Farkl Ulkuculuk) che chiede le dimissioni del leader del Partito del Movimento Nazionalista (Mhp), Devlet Bahceli, che peraltro resiste e oggi ha respinto le dimissioni dei sei dirigenti: ''non ci arrenderemo a minacce ed ricatti'', ripete da giorni l'uomo che e' riuscito a porre un freno alle tendenze piu' violente del nazionalismo turco ed e' alle prese con una fronda interna. E' la sua prestazione elettorale pero' ad essere rilevante: se l' Mhp superasse la soglia di sbarramento sottrarrebbe i seggi indispensabili al partito Akp di Erdogan, peraltro gia' sicuro vincitore secondo tutti i sondaggi, per stravincere e ottenere cosi' anche la ''supermaggioranza'' di 367 deputati necessaria a riformare la costituzione scritta all'inizio degli anni Ottanta sotto dettatura di militari golpisti.

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