TURISTI RAPITI: SCONTRO A FUOCO, UCCISI SEI RAPITORI IN SUDAN

Egitto_turisti_desert_2 Uccisi sei dei rapitori del gruppo di turisti europei sequestrato in Egitto dieci giorni fa. Durante uno scontro a fuoco tra l’esercito sudanese e gli uomini armato, nella frontiera tra Sudan e Ciad, altri 35 uomini sono arrivati in rinforzo con dei veicoli dal Ciad e hanno portato via i 19 ostaggi, tra cui cinque italiani. Lo ha detto all’Ansa un portavoce dell’esercito sudanese, Mohamed El Shawarmi. La notizia della sparatoria non è stata confermata dal governo egiziano e la Farnesina ne sta verificando l’attendibilità.

DUE ARRESTATI – Un portavoce militare di Khartoum ha detto all’Associated Press che i soldati sudanesi hanno intercettato un veicolo con otto uomini armati a bordo vicino al confine egiziano. Il mezzo non si è fermato all’alt dei militari e dopo un inseguimento c’è stata una sparatoria in cui sono rimasti uccisi sei degli uomini a bordo. Un portavoce dell’esercito sudanese ha detto che anche il capo dei rapitori, di nazionalità ciadiana, è stato ucciso nello scontro. Le forze del Sudan, ha spiegato il consigliere della presidenza Mahjoub Fadl Badri, «hanno seguito le tracce dei rapitori dalla regione del Jebel Quanat e li hanno intercettati alla frontiera con il Ciad». Ha poi aggiunto che tra i sei uccisi «c’è anche il capo di un gruppo ribelle del Darfur». I parenti di Lorella Paganelli, uno dei cinque italiani rapiti, hanno detto di non avere altre informazioni: «Non sappiamo nulla, siamo in attesa di notizie».

GLI OSTAGGI – Il gruppo, sequestrato il 19 settembre durante un safari nell’estremo sudovest dell’Egitto, comprende oltre ai nostri connazionali, cinque tedeschi e una romena, con otto egiziani: due guide, quattro autisti, una guardia di frontiera e il direttore dell’agenzia organizzatrice del safari. Gli italiani coinvolti, tutti di Torino e provincia, sono: Lorella Paganelli (49 anni), Giovanna Quaglia (52), Walter Barotto (68), Mirella De Giuli (70) e Michele Barrera (72). Poco dopo il rapimento, gli ostaggi sono stati portati in Sudan dai loro rapitori, nella regione del Jebel Aounat, un complesso montuoso di 40 chilometri su 25, a cavallo tra Egitto, Sudan e Libia. Giovedì scorso, secondo Khartoum, gli ostaggi sono stati trasportati in automobile verso la parte occidentale del Jebel Aounat, in territorio libico. Ma Tripoli ha smentito venerdì sera la loro presenza sul suo territorio. I rapitori hanno imposto che la Germania si incarichi del pagamento di un riscatto di sei milioni di euro, secondo un responsabile della sicurezza del Cairo.

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