UNA RAGAZZA CHE MORIVA DA 17 ANNI

La Stampa pubblica un editoriale del suo direttore Giulio Anselmi sulle responsabilita' della morte di Eluana Englaro intitolato ''Una sconfitta per tutti''. Lo riportiamo di seguito:

''Il nostro Paese, spaccato tra i sostenitori del diritto alla vita, pronti a trasformarlo nell’obbligo di continuare a esistere ad ogni costo e in ogni condizione, e i sostenitori, in casi estremi, della possibilità di morire, non riesce ad acquietarsi neppure di fronte alla pace che finalmente Eluana ha trovato.

Due convinzioni uguali e contrarie si impadroniscono dello sbigottimento e del dolore alimentando un’inaudita ferocia. La certezza si tramuta in accusa: l’hanno ammazzata. Le piazze si preparano, il tam tam dei siti web estremisti chiama alla battaglia, in Senato la strumentalizzazione politica della tragedia trova la sua rappresentazione più triste e grottesca.

Capiamo quanto suoni ingenuo il richiamo alla pietas verso quel povero corpo che noi dei media abbiamo continuato a tradire, rappresentandolo nel fulgore della sua giovinezza e non soffermandoci sull’orrore cui era ridotto. Sappiamo quanto equivalga a una scelta di campo tentare di esprimere solidarietà a un pover’uomo solo, destinato a invecchiare nel dubbio di avere sbagliato a battersi per un principio. Registriamo che l’ultimo atto del caso Englaro contiene il rammarico di Berlusconi sulle responsabilità «che hanno reso impossibile l’azione del governo per salvare una vita».

E l’uscita impropria del senatore Gasparri che ha di fatto messo in conto al Presidente della Repubblica questa tragedia.

Non dispongo di alcun elemento per diradare i sospetti alimentati dall’improvviso vanificarsi della corsa contro il tempo ingaggiata dalla politica dopo anni di colpevole disinteresse: per i salvatori della vita, che si trovano all’improvviso senza nulla da salvare, è più facile inventare degli assassini che accettare una beffa del destino. Ed è indubbio che la fine di Eluana, avvenuta mentre le Camere davano prova di una rapidità legislativa senza precedenti nella nostra storia per impedire ai medici de La Quiete di andare avanti, appaia in qualche modo precipitata. Alti prelati vaticani hanno già espresso un caritatevole verdetto, pregando il Signore di accogliere la morta e di perdonare chi l’ha fatta morire.

A stabilire la verità penseranno i giudici, com’è loro dovere. Ma questa non è la questione centrale, anche se è facile prevedere che il Paese si infiammerà sugli ultimi minuti di una ragazza che moriva da diciassette anni. La storia di Eluana, che abbiamo cercato di raccontare con tutte le nostre incertezze e con l’umiltà di chi non ha sicurezze da offrire, si chiude in maniera dolorosa per tutti: per le istituzioni e la classe politica, che non hanno saputo svolgere il proprio ruolo, per noi dell’informazione che non abbiamo saputo essere un punto di riferimento. Trovando, in mezzo al marasma, toni pacati, il presidente del Senato Schifani ha invitato ieri sera le Camere a svolgere il proprio ruolo e ad approvare una legge che affronti finalmente il tema del testamento biologico. Speriamo succeda davvero. Nell’interesse di tutti i cittadini. Per non trovarci mai più davanti a una tragedia come questa''.

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