Uranio nei poligoni di tiro, Accame: Gravi lacune nella sicurezza per i militari

ROMA – ''Nei nostri poligoni di tiro hanno operato per il recupero di proiettili e residuati all'uranio impoverito centinaia di militari senza protezione''. Lo ha detto Falco Accame, ufficiale e parlamentare socialista negli anni '70-'80, che oggi con la sua associazione Anavafaf tutela le vittime militari e le loro famiglie. ''Vi e' – ha sottolineato Accame nel corso di un convegno – un'inaccettabile incertezza sul numero di casi di possibile contaminazione da uranio impoverito: si oscilla da 312 casi segnalati dal ministero della Difesa nel 2007 ai 2.536 segnalati dalla sanita' militare''. Bosnia, Kossovo, Somalia, ma anche Sardegna: che si combatta una guerra o che si ospitino simulazioni, su questi territori gravano sospetti sull'aumento di malformazioni e linfomi. Come nel caso del poligono di Quirra, in Sardegna, ''il piu' vasto a livello europeo con i suoi 12 mila ettari'', utilizzato anche per ''le guerre simulate in cui si sperimentano armi da usare in missioni'', ha osservato il consigliere regionale sardo Claudia Zuncheddu. Ma, ha ribattuto il colonnello Roberto Rossetti, capo del Dipartimento di Immunoematologia dell'ospedale militare Celio, ''il discorso e' molto complesso: in alcuni militari – ha spiegato – sono rimasti addirittura schegge di proiettili all'uranio impoverito che non e' stato possibile rimuovere, ma nell'osservazione di tanti anni non e' stato riscontrato alcun danno collegato''. Inoltre, i linfomi di Hodgkin (una delle patologie che piu' viene associata all'uranio impoverito) sono aumentati negli ultimi anni del 150% e la maggiore incidenza si registra tra i 24 e i 30 anni, ma questo, ha sottolineato, riguarda tutta la popolazione, ''senza differenza di incidenza sui militari e i civili''. Caso emblematico di militati impegnati in missioni e che hanno contratto invalidita' e malattie e' quello del maggiore Carlo Calcagni, che ha raccontato la sua storia: impegnato nel conflitto nell'ex Jugoslavia e' oggi affetto da diverse patologie, dalla encefalopatia alla sensibilita' a centinaia di sostanze, costretto alla cure in Inghilterra. Oggi chiede il risarcimento del danno che ha subito: ''Non c'e' stata risposta e non ho il tempo di fare causa allo Stato''. .

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