Usa/ Abusi sessuali e torture nelle foto su Abu Ghraib censurate da Obama

Pubblicato il 28 Maggio 2009 - 13:45 OLTRE 6 MESI FA

Un soldato Usa mentre stupra una detenuta, un interprete che violenta un prigioniero, abusi sessuali sui prigionieri realizzati con un manganello, del filo metallico, un tubo fosforescente; e ancora una donna a cui vengono strappati via gli abiti perché mostri il seno.

Sarebbero questi i contenuti delle foto che documentano gli abusi sui detenuti da parte dei soldati Usa tra il 2001 e il 2005 ad Abu Ghraib e in altri sei carceri. Barack Obama non vuole che vengano pubblicate, probabilmente proprio a causa del contenuto agghiacciante delle immagini.

Il “Daily Telegraph”, che lo ha rivelato, pubblica un’intervista al generale Antonio Taguba, che realizzò un’inchiesta sull’accaduto nel carcere iracheno alle porte di Baghdad. L’inchiesta terminata da Taguba nel 2004 raccolse accuse che denunciavano abusi sessuali, ma non aveva rivelato l’esistenza di fotografie in grado di documentare le violenze.

Adesso arriva la conferma da parte del generale Usa, in congedo dal 2007, il quale però si dice d’accordo con lo stop richiesto da Obama: «Queste foto mostrano torture, abusi, stupri ed ogni tipo di atti indecenti. Non sono sicuro quale scopo avrebbe la loro pubblicazione, se non quello puramente legale. E la conseguenza sarebbe di mettere in pericolo le nostre truppe, gli unici difensori della nostra politica estera, in un momento in cui ne abbiamo grande bisogno, o quella dei britannici che stanno tentando di garantire la sicurezza in Afghanistan».

Ad aprile, il governo di Obama annunciò che avrebbe pubblicato le foto e che non aveva alcun senso ricorrere contro la sentenza a favore della pubblicazione, vinta dall’American Civili Kiberties Union. Poi la marcia indietro: pressato dai vertici militari, Obama ha cambiato idea e ha detto che la pubblicazione potrebbe mettere in pericolo la sicurezza delle truppe statunitensi. Secondo Obama, comunque i protagonisti di questi atti «sono stati identificati, e sono state adottate misure contro di loro».