Usa, le donne soldato vittime di stupri e discriminazione. Il 30 per cento dichiara di aver subito violenza

Discriminate, vittime di stupri e abusi. Infine umiliate dalla giustizia militare. Sono migliaia le donne soldato americane impegnate in Medio Oriente dal 2003. Combattono, uccidono e vengono uccise come i loro camerati maschi. Tutto questo, però, non basta a sradicare il maschilismo che impera nell’ambiente. Da un sondaggio del 2003 è emerso che il 30 per cento delle donne ha subito stupri. Uno studio del ’95 parla di molestie per il 90 per cento di loro. E spesso gli aguzzini rimangono impuniti. A volte vengono promossi.

In Irak hanno combattuto e sono morte più donne che in tutte le guerre dalla II Guerra mondiale a oggi. Dal marzo 2003 hanno prestato servizio in Medio Oriente più di 206 mila di loro. Oltre 600 sono rimaste ferite. Sul territorio irakeno, secondo il Dipartimento della Difesa americana, ne sono morte 104.
Nonostante un divieto del Pentagono che prevede per le donne soldato mansioni considerate “più adatte alla femminilità”, nella realtà esse svolgono qualsiasi tipo di compito. E anzi proprio quel divieto viene additato dalla maggior parte di loro come una delle principali cause di discriminazione. «I ragazzi ci considerano prostitute, se va meglio lesbiche – racconta il soldato speciale Mickiela Montoya – Sei una poco di buono se dormi insieme a loro. Se non piaci allora sei una lesbica».

Questo non riguarda la maggioranza dei compagni camerati. Ma quelli che vedono le donne soldato come inferiori o semplici oggetti sessuali sono molti. Nel 2008 le denunce di aggressioni avvenute nell’ambiente militare sono aumentate dell’8 per cento. Del 26 nelle guerre in Afghanistan e Irak. Quasi sempre gli uomini accusati non ricevono alcuna punizione. In alcuni casi vengono presi provvedimenti soft come la sospensione temporanea o una lettera di richiamo. La carriera, comunque, non ne risente in alcun modo.

Nel 2006 il sergente Damon D. Shell ha investito e ucciso il soldato di 20 anni Hannah Gunterman McKinney. Shell ha confessato di aver guidato ubriaco, di aver fatto ubriacare la ragazza minorenne e di averla sodomizzata con il suo consenso. Il giudice militare ha stabilito che si è trattato di un incidente e non ha riconosciuto la violenza. Shell si è preso solo 13 mesi di prigione e una retrocessione.

*Scuola Giornalismo Luiss

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