Usa, mondo politico e militare divisi su rinforzo truppe in Afghanistan

Pubblicato il 23 Settembre 2009 - 14:18 OLTRE 6 MESI FA
mcchrystal

Il Generale Stanley McChrystal

Le parole del generale McChrystal hanno sollevato un dibattito nel mondo militare e politico statunitense. Il comandante delle truppe Usa e Nato in Afghanistan aveva detto che servivano nuovi rinforzi per scongiurare il rischio di fallimento per la missione.

Tra gli alti funzionari militari, sono d’accordo sia il presidente dei Capi Congiunti del Personale, l’ammiraglio Mike Mullen, che il Generale Supremo dell’esercito David Petraeus, già al comando delle forze statunitensi in Iraq.

Diversi consiglieri di Obama, stanno però suggerendo altre soluzioni, come ad esempio quella di concentrare i propri sforzi verso obiettivi “sensibili”, ovvero basi di Al Qaeda, anche in Pakistan. Anche dopo la richiesta esplicita di McChrystal, Obama ha preso tempo, chiedendosi se questa sia la giusta soluzione.

In ogni caso, come suggerisce un osservatore, la decisione di Obama avrà conseguenza inevitabilmente negative: «se invierà nuove truppe, si troverà di fronte alle critiche del Partito Democratico. Se non lo farà e le cose andranno male, i Repubblicani diranno che ha perso la guerra».

Uno dei leader dell’opposizione alla Camera, John Boehner, ha detto di essere «molto turbato» dal «ritardo della Casa Bianca» nell’inviare rinforzi. Un altro Repubblicano, Mitch McConnell, ha detto che «la mancanza di decisione nell’intervento rischia di rovinare quanto di buono Obama ha fatto finora».

Il senatore John Kerry, veterano del Vietnam, ha elogiato la mossa di Obama, perché si rischia di fare la fine «del Golfo di Tonchino».

Il Segretario alla Difesa, Robert Gates, ha detto che la strategia è da ripensare, alla luce delle lamentele dei militari, ma ha consigliato di ritardare l’invio «a quando la discussione politica sarà più avanzata».