Vertice Onu. No alla tenda in Central Park, Gheddafi cerca un tetto a New York

Dalla Libia all’America, SOS casa per Gheddafi. Il colonnello libico si è visto rifiutare di netto la sua richiesta di alloggiare al Central Park, con tanto di tenda al seguito. Il leader della rivoluzione verde è tornato dopo undici anni all’Assemblea Generale dell’Onu, in occasione del vertice sul clima, ma Michael Bloomberg, sindaco di New York gli ha negato lo spazio sul prato più famoso della Grande Mela: «C’è una legge che vieta a chiunque di campeggiare nel parco», ha spiegato il primo cittadino.

Dopo il primo no, Gheddafi ha pensato di dormire in una casa di proprietà libica nel New Jersey, ma anche questa possibilità è stata accantonata in seguito alle proteste dei vicini. A quel punto il colonnello ci ha riprovato con il Pierre Hotel, poco distante dal Palazzo di Vetro, ma anche qui ha ricevuto l’ennesima porta in faccia: «Il giardino dell’albergo non è un campeggio», hanno sentenziato i responsabili.

Infine gli ufficiali di Gheddafi hanno giocato la carta della finzione: si sono spacciati per diplomatici olandesi e hanno contattato un’agenzia immobiliare per l’affitto di un intero palazzo sulla 78esima strada. «Le conversazioni erano molto brusche e gli uomini scortesi», ha spiegato l’agente Jason Haber che non ha concluso l’affare perché solo il primo piano dello stabile era disponibile.

L’epopea per trovare una sistemazione è finita quando per il leader libico è arrivato un sì per un alloggio sulla 48esima strada, accanto agli uffici diplomatici, ma con un giardino troppo piccolo per la sua tenda itinerante.

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