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Vita da pendolare. Disservizi, ritardi e sporcizia sui treni, mentre i rinnovi dei contratti tra Trenitalia e le Regioni vanno a rilento. I prezzi di biglietti e abbonamenti aumentano, le prestazioni peggiorano. Il focus su Lombardia, Piemonte, Liguria e Campania

di luiss_smorgana |17 Giugno 2009 12:08

Probabilmente per sopravvivere da pendolare bisogna avere una visione binaria della vita, e non solo perchè si viaggia su rotaie. Ma perchè essere trasportati sui vagoni delle ferrovie necessità una capacità di sopportazione fuori dal normale: riuscire a sostenere le inadempienze di orari, le cattive condizioni igieniche e il sovraffollamento degli scompartimenti per andare a lavorare non è di certo in nota al contratto professionale.

Quasi un quarto della popolazione italiana è pendolare: oltre 13 milioni di cittadini, secondo il Censis, si spostano quotidianamente dal proprio comune di residenza per raggiungere i posti di lavoro, le scuole, le università. Solo 2 milioni di questi viaggiano in treno, mentre in 7 su dieci usano l’auto privata per il tragitto casa, scuola, lavoro. E il motivo non è nemmeno così nascosto: il servizi offerti dalle ferrovie non sono sufficienti, da nord a sud, regione per regione. Intanto tutti i soldi vengono investiti nel costoso progetto dell’alta velocità. E intanto le tariffe aumentano: secondo i dati di Federconsumatori il prezzo del biglietto è salito del 10 per cento, gli intercity sono stati sostituiti con gli Eurostar City con aumento del 15 per cento, la prenotazione è diventata obbligatoria e, per le tratte più brevi, incide in modo sempre più pesante. I problemi, davanti a questi cambiamenti, si ingigantiscono: più i treni costano, più i disservizi si sentono.

Vita dura, quella del pendolare in Lombardia.  Non è ancora stato rinnovato il contratto grazie a cui il Pirellone compra i servizi ferroviari locali, e intorno a Milano si snoda un decimo dell’intera rete nazionale.

Se a maggio le lamentele dei passeggeri che si muovono da Bergamo a Milano si erano placate – in tema di rispetto degli orari, dato che la media giornaliera dei ritardi non ha superato i 7 minuti (calcolati tra andata e ritorno)- da giugno con i nuovi orari non si prospettano grandi miglioramenti, anzi.

La regione Piemonte, invece, ha messo a punto una bacheca fatta ad hoc per il pendolare, uno spazio dedicato a chi usa i treni regionali con monitoraggio degli orari e dei ritardi, nonché aggiornamenti e informazioni. A sentire i pendolari la situazione non è proprio identica. Qualche mese fa i piemontesi in viaggio per andare a lavorare a Milano, visto che sul treno i posti non erano abbastanza avevano deciso di portarsi le sedie direttamente da casa.

Liguri in viaggio? Scendono in piazza e gridano «basta macchine, basta benzina», i pendolari genovesi sono oltre 20mila e  chiedono da tempo un accordo tra la Regione e Trenitalia.

Anche se il Lazio è la prima regione per numero di utenti, resta in coda per le prestazioni ferroviarie. La tratta Roma- Civitavecchia è fra le peggiori a causa dei continui disservizi ai passeggeri. I treni per Roma arrivano con 45 minuti di ritardo, spesso i convogli vengono soppressi senza il giusto preavviso, migliaia di persone lasciate in balìa delle attese, sui binari e senza informazioni. Ma gli utenti continuano a pagare biglietti e abbonamenti

In Campania è tutto a portata di treno, compresa la spazzatura. Da nord a sud le cose cambiano e anche i pendolari sono diversi, o almeno si sentono tali. Chi viaggia da Napoli a Roma si sente dimenticato dalle Ferrovie dello Stato e cerca di riutilizzare le poche risorse dei vagoni in cui viaggia come può.

Fra le tristi memorie di un lavoratore obbligato al viaggio in treno c’è anche la proposta di un “pampers formato pendolare”, dato che anche sui treni più costosi spesso trovare un bagno aperto è una vera e propria impresa.

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