Welfare Europeo. Qualche lustro fa si discusse in un direttorio a tre, Germania, Francia ed Inghilterra, non c’era ancora la Brexit, di Welfare Europeo. Di una Maastricht del Welfare.
L’incontro, a cui l’Italia non venne invitata, in quanto paese finanziario a rischio, si concluse in un nulla di fatto. Troppe difese autarchiche dei propri ambiti finanziari, per immaginare condivisioni. Poi da noi ci fu Monti e la Fornero, il Paese recuperò, grazie ai sacrifici dei cittadini, margini di credibilità finanziaria.
Oggi la Francia, nazione apparentemente più solida, ma con un debito crescente, vive sulla sua pelle quello che la Fornero ci diede come ricetta amarissima.
Noi popolo di chiacchiere e distintivo abbiamo bevuto l’amaro calice di “pensione mai” come l’olio di ricino dei fasci, senza troppe proteste. I cugini d’oltralpe, discendenti di Asterix ed Obelix, tendono ad imbufalirsi se gli togli cinghiali e cervogia, da qui una piazza francese da semi Bastiglia. E pensare che comunque andranno in pensione 5 anni, in media, prima di noi.
Ma i temi del Welfare, pensionistico e sanitario, quelli della demografia, dell’occupazione e formazione dei giovani, sono ormai prioritari. Certamente se fossimo rimasti ai tempi dei quindici paesi fondatori le cose sarebbero più semplici. Perché nei paesi ad est, in cui ci siamo allargati, questi temi sono meno sentiti. Comunque vada, dopo il dirompente effetto della pandemia, è giunto il tempo di ragionare di Welfare Europeo. In ogni paese abbiamo settimane lavorative differenti, chi troppo corte, chi troppo lunghe. Un costo del lavoro troppo diverso, un sistema assicurativo pensionistico, e di mutualità differente.
Questo non giova né alle finanze, né alla capacità produttiva. Una Maastricht del Welfare potrebbe contenere disagi, scontri sociali, e crisi occupazionali. E potrebbe essere cassa di integrazione estesa anche ai flussi migratori.
Ovviamente questa dimensione si scontra con altri budget che vengono ipotizzati. Soprattutto quelli legati all’esercito europeo. Con gli Stati Uniti che vogliono ridurre il loro apporto alla Nato, chiedendo compensazioni degli altri paesi membri.
Governare questi processi complessi è lo scopo delle istituzioni europee. Se non venissero governati i cittadini europei si rifugerebbero per reazione sempre di più in nazionalismi spinti che travolgerebbero il concetto stesso di Europa. Se la UE non ci aiuta su questi temi basici a che serve?