"Weylandt è morto sul colpo": la conferma dell'autopsia

LAVAGNA (GENOVA) 10 MAG L'ultima immagine che Wo – LAVAGNA (GENOVA), 10 MAG – L'ultima immagine che Wouter Weyland ha portato con se' e' stata quella della sua squadra, dei suoi compagni che lo seguivano. A 70 km all'ora, sulla discesa del Bocco, si e' voltato a guardarli. Poi l'urto del pedale, la bici che s'inclina, il corpo che sbatte sul selciato, rimbalza, sbatte di nuovo. Wouter Weylandt, ciclista belga della Leopard, e' morto sul colpo e non se n'e' accorto. E' vero, il suo cuore ha continuato a battere per qualche minuto perche' si sa, anche il cuore e' un gregario che tira la volata alla vita. Weylandt il gregario stava cercando di diventare campione. Una cosa che poteva provare solo al Giro d'Italia, solo su quella strada cosi' bella e cosi' maledetta che dal Bocco porta a Lavagna. Terza tappa, l'ultima per quel ragazzo che amava la bici come amava Ann Sophie, la sua compagna che aspetta suo figlio, come amava la vita. Eppure e' morto ed e' morto senza sapere come e perche'. La Polstrada, incaricata dal sostituto procuratore di Chiavari Francesco Brancaccio, ha avuto il compito di ricostruire quell'incidente che ha strappato Weylandt alla sua squadra, alla sua famiglia e a quel figlio che verra'. L'inchiesta aperta dal pm e' un'indagine tecnica, utile esclusivamente a effettuare l'autopsia e i rilievi della polstrada. Dai quali e' una dinamica complessa: l'incidente e' avvenuto sulla discesa del Bocco dopo una semicurva che introduce in un rettilineo e nessuno, se non il caso, ha contribuito a quanto e' successo. In quel punto della strada provinciale 26 del Bocco il tracciato stringe lievemente. A destra di Wouter il muretto a secco, a sinistra il guard rail. Weyland il velocista e' davanti al gruppo qualche decina di metri, in velocita'. Abborda la semicurva e si volta per vedere se qualcuno puo' sostituirlo a tirare il gruppo. E' un attimo: il corpo asseconda la testa, cambia il bilanciamento del manubrio, la bici esce dall'assetto, il pedale urta contro il guard rail e la bicicletta s'impenna. Wouter vola in aria e sbatte sul selciato di schiena, il suo corpo con i muscoli in tensione rimbalza, si torce, sbatte infine sul selciato. Una ricostruzione che viene confermata dall'autopsia condotta questo pomeriggio dal professor Alfredo Mannucci, primario di anatomopatologia all'ospedale di Lavagna. Il volto e' schiacciato contro l'asfalto, il casco non e' riuscito a difendere la scatola cranica, il rachide si spezza, le gambe si torcono, le sue viscere si tumefanno. E' gia' morto, Wyreland quando arriva in pochi secondi il medico. E' morto avendo negli occhi i suoi amici e nei sogni suo figlio. E forse per questo il gregario che voleva diventare un campione non si e' nemmeno accorto di morire.

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