Diossina, l’allarme degli ambientalisti: “A Taranto ostriche e cozze a rischio”

Pubblicato il 13 Gennaio 2011 - 16:17 OLTRE 6 MESI FA

La concentrazione di diossine e Pcb (policlorobifenili) nei frutti di mare (ostriche e cozze) prelevati dai fondali nel Mar Piccolo di Taranto e analizzati dal laboratorio Inca (Consorzio Interuniversitario Nazionale di Chimica per l’Ambiente) di Venezia su commissione della onlus Fondo Antidiossina Taranto raggiungono i 13,5 picogrammi per grammo quando la legge fissa un limite di 8. C’è uno sforamento quindi del +69%. Lo ha hanno annunciato nel corso di una conferenza stampa il presidente del Fondo Antidiossina Fabio Matacchiera e il presidente provinciale di Peaclink Alessandro Marescotti.

Il Fondo antidiossina di Taranto, grazie a donazioni, ha potuto compiere autonomamente l’indagine e ha sottoposto ad analisi per rilevare la presenza di diossina il latte materno, le lumache e i molluschi. ”Le analisi – hanno precisato i due ambientalisti parlando degli accertamenti compiuti sui frutti di mare – non riguardano, quindi, i mitili di allevamento su palo e su galleggiante long-line che godono di una situazione presumibilmente migliore, in quanto non poggiano sul fondale. La diossina non è idrosolubile”.

”Può essere assorbita dai molluschi – hanno aggiunto – se i fondali inquinati vengono smossi. Diossine e Pcb dei mitili possono passare alle orate e ai saraghi che si nutrono delle cozze del fondale”. I relatori hanno evidenziato ”che lo scopo delle indagini svolte è quello di puntare alla tutela del mare e non di penalizzare i mitilicoltori, che invece vanno supportati adeguatamente perché possano svolgere le loro attività in un ecosistema non inquinato e non contaminato”.