L’Italia lascia il segno, ma non in positivo: con la prorpia ‘impronta’ antropica si piazza al ventinovesimo posto nella classifica della “pesantezza ecologica” dei Paesi.
Ogni italiano con il proprio stile di vita consuma ”ben 5 ettari globali”: in base alla capacità produttiva servirebbero quasi tre pianeti (2,8) se tutti vivessero come noi.
Quanto il nostro Paese e tutte le altre nazioni siano pronte a ‘spremere’ il Pianeta, lo dice il Living planet report, il rapporto biennale realizzato dal Wwf in collaborazione con la Zoological society di Londra e il Global footprint network, presentato oggi in diretta mondiale web cast dalla sede dell’università Luiss a Roma.
Nella classifica di chi ‘spreme’ di più il Pianeta davanti a noi si trovano Germania, Svizzera e Francia, mentre risultano più virtuosi Regno Unito, Giappone e Cina. I 10 Paesi con l’impronta ecologica pro-capite più pesante sono Emirati Arabi Uniti, Qatar, Danimarca, Belgio, Stati Uniti, Estonia, Canada, Australia, Kuwait e Irlanda. A questi livelli ci vorrebbero ben 6 pianeti se vivessimo con lo stile di un emiratino, 4,5 come uno statunitense, 4 come un australiano.
Complessivamente i 31 Paesi dell’Ocse (le economie più ricche del mondo) sono responsabili di circa il 40% dell’impronta globale. L’unico tra i Paesi europei a rientrare nei limiti è la Repubblica Moldava, mentre chiudono la classifica con impronte lievi Bangladesh, Afghanistan e Timor-Est.
Per non compromettere ”le generazioni future e vivere entro i limiti della capacità del Pianeta – si osserva nel report – basterebbe che ogni abitante si ‘accontentasse’ di 1,8 ettari globali” considerando le aree necessarie a fornire le risorse che utilizziamo, la superficie delle infrastrutture, quella necessaria per i rifiuti.