Antichi oceani ristretti per una "fuga" di idrogeno

ROMA, 5 MAR – Gli oceani del passato erano giganteschi e si sono "ristretti" progressivamente fino a raggiungere le dimensioni attuali. Una parte dell'acqua rimase intrappolata nelle rocce dei continenti che prendevano forma mentre la 'fuga' di grandi quantita' di idrogeno diminui' il volume dei mari. Lo studio relativo alla composizione chimica degli oceani della 'giovanissima' Terra pubblicato sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas) spiegherebbe finalmente anche il paradosso del 'Sole giovane debole'.

Analizzando la composizione chimica di alcuni tipi di rocce dell'area orientale della Groenlandia risalenti a 3,8 miliardi di anni fa, un gruppo di ricercatori guidati dall'Universita' di Stanford in California hanno analizzato le componenti chimiche e ricostruito le dinamiche climatiche che hanno interessato le primissime fasi del nostro pianeta verificando gia' all'epoca la presenza di un clima mite, con temperature in grado di mantenere oceani di acqua liquida.

Le percentuali dei differenti isotopi di ossigeno e idrogeno all'interno di un antico deposito di minerali, in particolare serpentino, dimostrano che gli oceani si sarebbero 'ristretti' perdendo circa il 26% del loro volume; una parte di queste acque venne intrappolata e assorbita dalle 'terre in emersione' mentre la diminuzione di idrogeno ne fece aumentare la densita', rendendola piu' 'compatta' e meno voluminosa. Mentre la concentrazione degli atomi di ossigeno si sarebbe mantenuta invariata nel tempo, una considerevole quantita' di idrogeno si sarebbe lentamente dispersa, non trattenuta dalla gravita', nello spazio. Secondo gli autori, la 'fuga' di idrogeno avrebbe permesso il mantenimento di una percentuale di gas serra (metano e anidride carbonica) tale che, nonostante all'epoca il giovane Sole fosse molto meno caldo, si avesse un clima mite in grado di evitare il congelamento degli oceani.

Gestione cookie