Api in pericolo, troppi pesticidi in agricoltura: inchiesta fra 50 allevatori di Reggio Emilia e Parma

Api in pericolo, troppi pesticidi usati in agricoltura mettono a rischio il boom della apicoltura: varato il progetto Adozione di un alveare per i giovani di Reggio e Parma, inchiesta fra 50 allevatori di Reggio Emilia e Parma

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 1 Novembre 2022 - 17:09 OLTRE 6 MESI FA
Api in pericolo, troppi pesticidi in agricoltura: inchiesta fra 50 allevatori di Reggio Emilia e Parma

Api in pericolo, troppi pesticidi in agricoltura: inchiesta fra 50 allevatori di Reggio Emilia e Parma

Api coltura boom, api a rischio. Guastalla (e dintorni)  sta vivendo l’arte dell’allevamento delle api.

Non solo per goderne la preziosa produzione – miele in testa. Ma anche per contribuire a salvare una popolazione di insetti sociali, aggredita e decimata da molti fattori come il riscaldamento globale o l’ampio uso di pesticidi in agricoltura.

E così crescono interessi e iniziative, spuntano nuovi alveari, apiari nei giardini (con il consenso doveroso dei vicini), nuove colonie di api da miele che ronzano in mezzo ai fiori. Lo fanno da trenta milioni di anni e non si sono più fermate. Finora.

In difesa di questa insostituibile popolazione, minacciata dalla insipienza umana, gli apicoltori emiliani – guastallesi in prima fila – si sono mobilitati. Persino una banca, lodevolmente, ha promosso un progetto – “Adozione di un alveare Emil Banca “ – che ha coinvolto i giovani soci di Reggio Emilia e Parma impegnandoli in uno speciale corso di formazione sul fantastico mondo delle api, sul percorso del miele bio italiano dal campo alla tavola.

Ne è uscita una esperienza didattica esemplare, al di là dello stesso vocabolario-filastrocca, fatto di cellette esagonali, pungiglione, ronzare, la veste gialla e nera, l’impollinazione, la famosa danza, la distinzione sociale tra regine e operaie. “Entomologi a parte, nessuno darebbe altrettante notizie su una qualunque altra specie di insetti” (copyright Accinelli).

ARTISTE BEN ORGANIZZATE

Il viaggio compiuto  tra una cinquantina di apicoltori del territorio (San Giacomo e Pieve compresi) mi ha condotto ad importanti conclusioni.

Primo, le api sono paragonabili agli artisti perché succhiano il nettare da varie fonti, lo elaborano, lo mescolano e ne ricavano una sostanza dolce e piacevole.

Secondo, hanno una organizzazione perfetta, probverbiale, inimitabile. Tutto funziona in una comunità (anche) di 100mila “donne”, composta da un’unica regina, da molti maschi (i fuchi , ma solo d’estate), da numerose femmine sterili e dalle cosiddette “api operaie”. Insomma una società relativamente democratica e sicuramente meritocratica.

RUOLI BEN DEFINITI PER LE API

La sorpresa maggiore per chi si avvicina al meraviglioso mondo delle api (studenti e hobbysti in testa) è di conoscere i ruoli che svolgono le singole api senza  che nessuna abbia ricevuto alcun ordine da nessuno. Un mistero insondabile. Un enigma. Ma come è possibile? Di certo si sa che le api fanno carriera, cambiano le loro competenze. Variano. E anche questa è una lezione interessante. 

Parliamo di una comune al femminile composta da un’unica grande madre (la regina) e dalle sue figlie (le operaie). La regina si dedica al sesso, le operaie pedalano.

SPAZZINA,  MAGAZZINIERA, GUARDIANA, FIGLIATRICE, ESPLORATRICE

Le ancelle pensano a tutto. I mansionari sono netti. L’ape spazzina ha il compito di tenere pulito l’intero alveare. L’ape magazziniera preleva il nettare e il polline  dalla “bottinatrice”, la guardiana difende la “città “, la figliatrice depone le uova, l’ esploratrice (o bottinatrice) se ne va per prati, a caccia di fiori; può volare per 12 km a circa 30 km/h. Una volta identificato il fiore giusto rientra alla base, avvisa il “commando “ che sgomma, piomba sul fiore segnalato e lo depreda chirurgicamente. Se il lavoro umano godesse di una efficienza simile, la nostra specie non conoscerebbe alcuna crisi economica, tipo l’attuale.

IL MIELE DELLE API DI GUASTALLA

Inconfondibile. Prezioso.  Merita un posto fra le eccellenze emiliane. Ma in generale il miele – emiliano, piemontese, lombardo,toscano – sta incontrando nel nostro Paese un crescente interesse. Perché è un alleato del nostro intestino, è un efficace rimedio contro la tosse  e il mal di gola. E toglie pure le impurità della pelle. Come hanno insegnato e insegnano i popoli di mezzo mondo.