Arriva la carta sulla "Green economy" dell'Himalaya

KATHMANDU, 13 SET – Un gruppo di 150 esperti, tra cui una delegazione italiana, ha messo a punto una dichiarazione di principio sulla ''green economy'' e sullo sviluppo sostenibile delle montagne in un convegno che si e' concluso a Kathmandu, in Nepal, e che e' stato organizzato dall'International Centre for Integrated Mountain Development (Icimod), un centro di ricerca formato dagli otto Paesi della catena montagnosa dell'Hindu Kush-Himalaya.

Alla conferenza ha partecipato il comitato EvK2Cnr che da più di vent'anni è presente in Himalaya con attività di ricerca scientifica. ''Abbiamo dato un contributo alla stesura di questa dichiarazione- ha detto il presidente Agostino da Polenza – rinforzando il valore della ricerca scientifica e della qualità dei dati''. La dichiarazione di Kathmandu diventera' la base di discussioni per tutti i prossimi appuntamenti internazionali sullo sviluppo sostenibile fino alla Conferenza RIO+20 che si terrà nel giugno 2012.

In particolare e' stata sottolineata dagli italiani l'importanza della ricerca e del monitoraggio atmosferico in alta quota come contributo essenziale per la formulazione di strategie mirate a politiche di green economy.

''Nonostante i benefici prodotti delle montagne siano sfruttati anche a valle, come e' per l'acqua – ha aggiunto da Polenza – le gravissime ripercussioni derivate dai cambiamenti climatici rimangono invece ad oggi problematiche di affare quasi esclusivo delle popolazioni d'alta quota, che andrebbero invece sostenute maggiormente, anche in virtù dell'importanza strategica e globale dei loro territori''. Basti pensare che dalla catena himalayana dipende la sopravvivenza di 1,3 miliardi di persone.

Le conclusioni della conferenza saranno presentate all'incontro del 10-12 ottobre della World Mountain Conference di Lucerna e poi in occasione del Cop 17 a Durban, in Sudafrica. Intanto, sempre a Kathmandu, il Nast (Nepal Academy of Science and Technology) e il Cnr, hanno rinnovato il loro accordo di collaborazione del 1997 che permette di gestire l'Osservatorio internazionale Piramide, installato a 5.050 metri di quota ai piedi dell'Everest.

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