Asinara, la Sardegna contro il governo: “Il faro è nostro e diventerà museo”

Il faro di Punta Scorno all’Asinara è della Regione Sardegna fin dal 2004 e dal 2008 nella disponibilità della Conservatoria delle coste, che intende impiegare come punto visita o museo del mare. Lo precisa l’assessore all’Urbanistica ed Enti locali Gabriele Asunis, in riferimento all’ipotesi di vendita dell’immobile. “Che il ministero voglia trasformare il faro in un hotel può essere considerato solo come un auspicio”, afferma Asunis.

“L’agenzia del Demanio l’ha trasferito alla Regione Sardegna che ne è diventata dunque il legittimo proprietario. Il faro è stato quindi iscritto nel conto del patrimonio della Regione. Per le esigenze di valorizzazione e di riutilizzo, nel quadro delle iniziative che interessano l’isola dell’Asinara e l’attività del parco, il faro è stato messo a disposizione dell’Agenzia regionale della Conservatoria delle coste”, con una delibera approvata dalla Giunta regionale nella scorsa legislatura, il 9 settembre 2008.

“La Conservatoria nel suo programma di attività non ne prevede certamente l’utilizzo a fini ricettivi, anche perché sull’isola sono disponibili altri immobili da ristrutturare e destinare a uso ricettivo”, fa presente Asunis, “così come prevede il piano del Parco. L’intendimento su cui si sta muovendo la Conservatoria è quello di destinare il faro a uso di punto visita o di museo del mare, secondo un modello mutuato dall’esperienza francese. Quello che è certo è che il faro avrà un uso pubblico e aperto al pubblico, in modo da favorire al massimo l’accesso dei visitatori”.

“Non si conoscono le interlocuzioni tra il ministero e il Comune di Porto Torres”, aggiunge l’assessore. “Probabilmente ci si riferiva a qualche altra iniziativa e quindi si è equivocato sul bene oggetto del progetto di trasformazione. Stupisce e non poco l’intervento dell’ex presidente Pili”, sottolinea Asunis, in riferimento a dichiarazioni diffuse ieri dal deputato del Pdl, “che si è dimenticato che il faro era già stato trasferito alla Regione, per cui non era il caso di evocare questioni di costituzionalità né tantomeno indirizzare un sollecito alla Regione per un ritardo che non c’è”.

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