Cento milioni di cotton fioc deturpano i litorali italiani. Nel 2050 più plastica che pesci

cotton-fioc-spiagge
Cotton fioc, una piaga: sulle spiagge italiane sono cento milioni

ROMA – Cento milioni di cotton fioc deturpano i litorali italiani. Nel 2050 più plastica che pesci. Nascosti sotto la sabbia, abbandonati lungo le coste italiane, giacciono 100 milioni di bastoncini di cotton fioc. Una cifra enorme, l’avanguardia più agguerrita della plastica che stabilmente invade mari e coste. Il dossier Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) mostra come otto rifiuti su dieci sui litorali sono plastiche.

I polimeri della plastica giungono a parcellizzarsi al punto da essere presenti anche nel sale. Ogni lavaggio in lavatrice, per esempio, espelle 700mila microfibre presenti nei tessuti sintetici. Si scopre, però, che quello della plastica che invade l’ecosistema non è un destino ineluttabile della società industrializzata: polietilene e polipropilene sono infatti riciclabili tramite riscaldamento. “La maggior parte dei rifiuti può essere riciclata e dobbiamo bandire l’uso dei bicchieri usa e getta”, dice l’Enea.

“La presenza delle plastiche in mare è in larga parte dovuta a una scorretta gestione dei rifiuti solidi urbani, alla mancata o insufficiente depurazione dei reflui, a comportamenti individuali quotidiani inconsapevoli. Il rischio di trasformare i nostri mari in discariche è elevato”, ha detto a convegno il ricercatore Pietrelli, Divisione protezione e valorizzazione del territorio. Alcune previsioni ipotizzano nel 2050 un mare con più plastica che pesci. (Corrado Zunino, La Repubblica)

Gestione cookie