ROMA – Chi è Manlio Cerroni, il “re della monnezza” di Roma? Arrestato (domiciliari) per l’inchiesta sulla gestione dei rifiuti nel Lazio, è indagato per associazione per delinquere finalizzata al traffico di rifiuti, abuso d’ufficio e falso.
Cerroni possiede due impianti di trattamento biologico, un gassificatore e Malagrotta, la più grande discarica d’Europa, 240 ettari a ovest di Roma che per 30 anni hanno accolto una media record di circa 5.000 tonnellate di rifiuti al giorno: è quello che ogni notte viene raccolto dai bidoni di Roma, Ciampino, Città del Vaticano e Fiumicino.
Roma spende tantissimo per fare a meno di Malagrotta: fino a pochi mesi fa è convenuto buttare la “monnezza” nella discarica di Cerroni, personaggio sempre sfuggente ai riflettori ma potentissimo.
Detto “l’avvocato” perché laureato in Legge, è nato a Pisoniano (Roma) il 18 novembre del 1926 e ha interessi ramificati in tante società, tutte legate allo smaltimento dei rifiuti, fra le quali le più importanti sono Systema Ambiente e Colari (Consorzio Laziale Rifiuti), attive a Roma, Perugia, Brescia e in Albania, Romania, Francia, Brasile, Norvegia, Australia. Fatturato calcolato per difetto di almeno 800 milioni di euro l’anno.
Il “Re di Malagrotta” per decenni è stato il “salvatore della Capitale”. Il suo gruppo, parole sue “dal dopoguerra gestisce urbi et orbi il trattamento dei rifiuti” e ha fatto risparmiare al Comune di Roma in questi anni “un miliardo di euro”. Sì, perché a nascondere la polvere sotto il tappeto di Malagrotta si risparmiava: il prezzo era di circa 70 euro a tonnellata rispetto ai 120-130 del prezzo normale di mercato.
Ma una buona parte dei rifiuti sversati nella maxi-discarica non veniva trattato: delle circa 5.000 tonnellate giornaliere di monnezza, 1.000 vengono differenziate, 2.100 vengono trattate nei due impianti sempre di proprietà di Cerroni, il resto viene buttato così com’è. Pratica che oltre a portare gravi rischi per la salute, col pericolo di contaminare le falde acquifere, è giudicata dal 2004 illegale dall’Unione Europea. Se non si cambia registro, non solo a Roma, l’Italia sarà costretta a pagare una multa di 10 milioni al giorno, più gli interessi di mora.
E se Roma è rimasta molto indietro nella percentuale di raccolta differenziata, qualcosa lo si deve anche al circolo vizioso generato dalla maxi pattumiera di Malagrotta e dall’influenza sui politici locali del suo proprietario.
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