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Chiusura Fori Imperiali al traffico: quando, come, dove, favorevoli e contrari

di admin |9 Luglio 2013 21:09

ROMA – Dal 1° agosto metà via dei Fori Imperiali, quella che dall’incrocio con via Cavour porta al Colosseo, sarà chiusa al traffico di auto e moto private. È il più eclatante dei primi provvedimenti di Ignazio Marino, sindaco di Roma da circa un mese. Le conseguenze potrebbero essere pesanti per il traffico già congestionato della Capitale, e i romani già si spaccano fra favorevoli e contrari.

Ma non è una questione che riguarda solo una città: Fori Imperiali e Colosseo sono simboli conosciuti in tutto il mondo e se l’Anfiteatro Flavio crollasse – rischio non remoto – sarebbe uno smacco per tutta Italia, non solo per i romani.

Ecco alcune risposte alle domande più frequenti, che spiegano quando avverrà la chiusura, dove, cosa cambierà per la circolazione dei veicoli a Roma, chi è favorevole alla pedonalizzazione e chi è contrario.

Quando li dovrebbero chiudere? Il 30 luglio inizierà la chiusura dei Fori imperiali a tutto il traffico privato. La chiusura riguarderà anche le auto blu del Comune di Roma, ma il Campidoglio farà pressione anche con le altre istituzioni (ministeri, Camera, Senato, Palazzo Chigi, Quirinale, ambasciate, questura, carabinieri) per vietare il transito in quel tratto a tutte le auto blu.

Qual è il tratto interessato? L’ultima metà di via dei Fori Imperiali, da Largo Corrado Ricci, all’incrocio con via Cavour, fino al Colosseo. Questo in una prima “fase sperimentale”. Se la sperimentazione avrà successo, c’è già un piano per chiudere via dei Fori anche ai mezzi pubblici. Poi fra dicembre 2013 e gennaio 2014, la “fase due” prevede l’allargamento a 6 metri del marciapiede di via dei Fori Imperiali e una pista ciclabile che proseguirà per il parco di Colle Oppio. Il varco della Ztl sarà avanzato in corrispondenza dell’incrocio tra via Cavour e via degli Annibaldi.

Cosa succede se li chiudono? Il traffico verrà dirottato sul tratto di via Cavour fino all’incrocio con via degli Annibaldi. Via degli Annibaldi sarà a senso unico: l’unica direzione consentita sarà quella verso via Nicola Salvi. Via Nicola Salvi invece cambia del tutto senso di marcia: l’unica direzione consentita sarà verso piazza del Colosseo. Anche via Labicana sarà a senso unico: si potrà andare solo in direzione Via Merulana.

Ha spiegato Marino:

“Via Merulana sarà interdetta al traffico dei bus turistici da piazza San Giovanni e abbiamo allo studio anche soluzioni che permettano di raggiungere lo stesso obiettivo nel senso di marcia opposto, scongiurando però il congestionamento di piazza Vittorio”

Nel progetto della leggina comunale c’è scritto che

“nella prima fase sperimentale, in ragione dei tempi necessari per l’attivazione delle procedure di modifica del piano sosta pullman, vengono recepite le esigenze manifestate dal Municipio per limitare la sosta a Colle Oppio. L’assessore alla Mobilità e ai Trasporti Guido Importa di concerto con l’assessore di Roma Produttiva Marta Leonori si impegnano a liberare Colle Oppio dagli stalli dei bus turistici e provvedere a una generale rivisitazione del piano, insieme alle categorie interessate”.

Chi si oppone alla chiusura? Il Messaggero, che, dei quotidiani che si occupano di cronaca cittadina, è il più critico con la chiusura dei Fori al traffico, ha lanciato un sondaggio fra i suoi lettori: il 54% si è dichiarato contrario alla pedonalizzazione, il 46% favorevole.

L’edizione romana del Corriere sta nel mezzo, mentre Repubblica è con Marino. Ma ha intervistato il professor Andrea Benedetto, docente in “Strade, Ferrovie e Aeroporti” a Roma Tre, che ha avanzato ragionate critiche al progetto di chiusura al traffico:

“il sindaco Marino ha deciso di partire dalla chiusura al traffico del tratto più difficile del centro storico sia per intensità, sia persistenza di flussi […] Tutta via dei Fori Imperiali è il bacino dove si riversano le auto che arrivano dalla stazione Termini, da San Lorenzo, San Giovanni, dall’Esquilino, da Trastevere e Testaccio, Ostiense e dal centro storico. Ma le due tratte, la prima che dal Colosseo arriva a largo Corrado Ricci e la seconda che da largo Corrado Ricci giunge a piazza Venezia sono profondamente diverse, sarebbe stato più semplice partire dalla chiusura al traffico dell’area che va da piazza Venezia a via Cavour. Poteva essere anche un primo test […] Pensare di chiudere una tratta, trasferendo tutto il traffico su altre strade è riduttivo, occorre un ragionamento di più ampio respiro che inizia con l’incremento dei mezzi pubblici […] la pedonalizzazione è possibile ma molto complicata. L’argomento non va sottovalutato perché altrimenti si rischia un flop, forse si poteva accelerare un po’ meno così che si sarebbero potute approfondire meglio le criticità”.

Secondo Benedetto bisognerebbe procedere con il

“potenziamento dei bus, rimodulazione dei sensi di marcia, ristrutturazione di alcune sezioni stradali che non sono adeguate, ma soprattutto una diversa gestione della sosta perché la capacità di una strada migliora eliminando il parcheggio, così i flussi verrebbero assorbiti”.

Il grecista Luciano Canfora, intervistato dal Messaggero, ha articolato in sette punti il suo “no” alla pedonalizzazione dei Fori:

“Il mio pensiero si articola per punti: sette, tanti quanti sono i colli di Roma. Punto primo, mi sembra più opportuno che ci si occupi delle periferie di Roma piuttosto che di pedonalizzazioni del centro. […] Punto secondo, i problemi del traffico non si risolvono con iniziative estetizzanti, cioè che inseguono la bellezza. Così come (punto terzo) non si risolvono con iniziative estemporanee che rischiano di fare impazzire la circolazione stradale con conseguenze imprevedibili […] Punto quarto, bisogna occuparsi forse dei tempi di percorrenza di chi va al lavoro usando un mezzo proprio, anziché creare difficoltà supplementari rispetto alle moltissime esistenti già, in una città come Roma […]

Direi più uno spot elettorale. Punto quinto, già ci bastano le bizze di Renzi col Ponte Vecchio a Firenze, non vorremmo quelle di Marino sui Fori Imperiali. Mi sembra tanto il desiderio di lasciare un segno nei secoli a venire […] (punto sesto) Se l’obiettivo esibito, o meglio ostentato, dal piano di Ignazio Marino è quello di salvaguardare il Colosseo dall’inquinamento da smog dovuto al traffico, il fatto stesso di far passare gli autobus nella corsia preferenziale dimostra che il problema non viene affatto risolto […] punto settimo, un sindaco dovrebbe conoscere profondamente la città di cui diventa sindaco”.

Contraria alla pedonalizzazione dei Fori Imperiali è anche Barbara Palombelli, giornalista nonché moglie dell’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli. Così ha argomentato il suo dissenso nella sua rubrica “L’osservatrice romana”, sul Foglio:

“[…] tutti i romani si sentono assessori al traffico. […] Il tratto di strada coinvolto è breve, ma fondamentale per stasare il fiume che arriva dalla stazione in via Cavour e convogliare i veicoli verso le quattro direzioni cittadine successive che si dipartono dal Colosseo. Oggi quel piccolo percorso è come un bypass coronarico: collega e articola due bacini differenti. Chiudere quei metri significa creare tecnicamente un infarto al corpo già dolorante della metropoli e un sovraccarico di ingorghi nelle strade alternative, anch’esse meritevoli di attenzione archeologica e amministrativa. Al momento, non sembrano pronti percorsi alternativi, se non il definitivo soffocamento del tratto piazza Venezia-Bocca della Verità-Aventino. Ma non c’è solo questo. C’è tantissimo altro. Prima di tutto: ci serve uno spazio senza auto? Cosa potrebbe diventare, come piazza Trilussa a Trastevere, una sede di spaccio, bottiglie, criminalità, tutte catastrofi che il normale traffico preveniva senza costi aggiuntivi? Una riflessione sulle cosiddette isole pedonali è pure ora di farla. Funzionano a Zurigo, in certi piccoli comuni, forse. Da noi sono un disastro: diventano luoghi orrendi, abitati da ogni genere di bancarella puzzolente, centurioni romeni, artisti senza arte, molestatori di ogni risma. I tavolini, le tende, le stufe e gli ombrelloni si allargano fino a impedire la reale pedonalizzazione (fra Pantheon e Parlamento c’è una casbah di cui mi vergogno), i poveri turisti se per caso riescono a evitare lo scippo e il borseggio sono strattonati in tutte le direzioni.

Piazza Navona, quando c’erano le auto – pochissime e discrete – era un paradiso. […]

Non sono una bieca reazionaria: descrivo la realtà. E lancio la mia proposta a Ignazio Marino (che ho votato). L’ideale, per Roma, è una città che possa aprirsi tutta al momento del grande traffico: mattina presto e sera, niente permessi e nessuna zona off limit. E che si chiuda davvero in alcuni giorni, in alcune ore, per permettere passeggiate a piedi e in bici. Vuole chiudere il sabato e la domenica tutti i Fori? Magari. Ma non faccia l’errore di regalare agli abusivi e alle bancarelle un altro spazio nostro”.

Fra gli scettici sulla chiusura, intervistati dal Messaggero, ci sono anche Piero Angela e Francesco Buranelli, “ministro” dei Beni culturali in Vaticano.

Chi è favorevole? Su tutti Legambiente, che da sempre spinge per la chiusura dell’area, con dossier che hanno dimostrato come intorno al Colosseo passino 3.400 veicoli l’ora. Il piano di Marino ha il plauso di Vittorio Cogliati Dezza e Lorenzo Parlati, presidenti nazionale e regionale di Legambiente: “Crediamo che nella Capitale la sfida si giochi proprio nel far innamorare i romani di un’idea di futuro migliore come non avviene da troppo tempo, puntando tutto sulla vivibilità”. A favore della chiusura al traffico dei Fori c’è anche l’appello di intellettuali, artisti ed esperti, da Alessandro Gassman all’archeologo Adriano La Regina, dalla scrittrice Dacia Maraini all’ex ministro Edo Ronchi.

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