SHANGHAI, CINA – Un gruppo di animalisti cinesi ha intrapreso per la prima volta un’azione legale per fermare la pratica dell’estrazione della bile di orso.
Secondo quanto riferisce il China Daily l’istituto Fengtai Ytahz, una organizzazione non governativa di Pechino che si batte per la tutela degli animali, ha presentato un esposto contro una azienda farmaceutica della provincia sud orienatale cinese del Fujian, chiedendo che le venga ritirata la licenza per effettuare l’estrazione della bile dall’orso nero asiatico (la specie piu’ utilizzata per questo tipo di pratica) e la sua lavorazione per la produzione di medicine locali.
L’azienda, che opera dal 2000, ha infatti uno dei centri piu’ grandi in Cina per l’estrazione della bile di orso. Secondo l’avvocato dell’istituto, Zang Yun, l’emissione delle licenze ”rappresenta gia’ una violazione della legge per la protezione della fauna in quanto la legge esplicitamente proibisce la vendita di animali selvatici eccetto che per la ricerca scientifica o per altre ragioni particolari. L’estrazione della bile non rientra certo tra queste ragioni”.
Tuttavia, secondo Yang Zhaoxia, professore associato presso l’universita’ di Pechino, l’istituto Fengtai Ytahz non ha titolo per intraprendere una simile azione legale. ”La legge cinese – ha infatti spiegato – non riconosce i diritti e gli intessi ambientali. Per cui solo dimostrando di aver subito un danno personale dall’azienda si puo’ agire contro di essa”.
La pratica dell’estrazione della bile dagli orsi a scopi medici ha origini molto antiche e deriva dalla credenza che questa sostanza abbia effetti benefici per gli occhi e per il fegato. Da alcuni anni tuttavia le associazioni animaliste si oppongono a questa pratica sostenendo che per procedere all’estrazione gli animali vengono sottoposti a delle vere e proprie torture e in molti casi finiscono col morire.
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