Il clima è all’origine delle piaghe d’Egitto. L’eruzione di un vulcano provocò un tale sconquasso che chi crede non ha ragione di non credere che dietro ci fosse la mano di Dio.
L’eruzione del vulcano dell’isola di Thera (Santorini) provocò un tale sconquasso che pezzi di pomice espulsi dal vulcano furono trovati in Egitto.
Dovendo operare in un mondo di materia, il Padreterno deve agire indirettamente attraverso fenomeni naturali,
Riconcilia la Bibbia con la materia è Julia Fridman, specialista di archeologia per il quotidiano israeliano Haaretz: “L’eruzione provocò effetti e cinseguenze in tutto il bacino del Mediterreneo”.
Anche il caso delle piaghe d’Egitto conferma la influenza del clima nella evoluzione del mondo e dell’umanità.
La Bibbia e il Vangelo ricordano la carestia di Elia, la pioggia di Isaia e il viavai dei Patriarchi fra Palestina e Egitto a seguito della fame provocata dal clima.
Roma cadde per colpa del clima. I suoi cambiamenti provocarono pestilenze (da cui non scampò l’imperatore-filosofo Marco Aurelio) e invasioni.
Goti e Unni e poi Longobardi e Mongoli, spingendosi gli uni con gli altri cercavano di sfuggire alla fame delle steppe.
Così fu anche, un po’ più di duemila anni fa, lo sconquasso che va dalla guerra di Troia alla discesa degli ebrei in Palestina e alla fuga in Italia di Etruschi, Latini, Sabini e Celti.
Il clima è sempre cambiato da che mondo è mondo. È un dato essenziale della preistoria e della storia.
Per ragioni complesse oggi molti pensano che il passato non insegni nulla e che l’attuale sconquasso del clima e delle stagioni sia colpa dell’industria, del progresso e dei conseguenti comportamenti umani.
Eppure non c’erano fabbriche né esseri umani quando il Sahara o l’Arabia si trasformarono in deserto e le creature che li popolavano si trasformarono in petrolio. E nemmeno qquando i ghiacci ddella Groenlandia si sciolsero e l’isola divenne tale da giustificare il nome di terra verde che le è rimasto e l’insediamento di vichinghi guidati da Eric il rosso.
Proprio i ghiacci della Groenlandia conservano la memoria delle fluttuazioni del clima.
Oggi basta una Greta che vien fuori dal nulla per trasformare moltitudini in crociati dell’ambiente. Rinuncio a scrivere cosa penso di Greta e di chi la manipola, di che interessi le siano dietro e cosa penso di verdi e ambientalisti in genere dopo decenni di frequentazione e osservazione ravvicinata.
Anche se la cosa non riguarda il mio futuro, perché non credo che vivrò fino al prossimo Armageddon delle forze della Natura, penso che la maggior parte di noi stia gettando una occasione.
L’occasione ci è data proprio dai tanto deprecati scienza e progresso.
Mentre fino ancora all’800 l’umanità non disponeva di risorse e conoscenze adeguate per capire e contrastare i brutti effetti del mutamento climatico in atto, oggi si potrebbe fare qualcosa per prevenire le catastrofi che hanno tormentato la storia dell’umanità..
I ghiacci si sciolgono e il processo non si può fermare. Ma si possono costruire dighe per proteggere i tratti di costa più abitati e esposti o siti per insediamenti alternativi. È solo un esempio, altri se ne possono trovare più intelligenti delle domeniche a piedi inventate da Veltroni per compiacere quattro ecologisti e ciclisti.
Qualcuno ha lanciato l’allarme sulla prossima ondato di migranti, i migranti climatici, che potrà travolgere l’Italia e l’Eusopa sula spinta delle carestie in Africa e in Oriente. Il precedente dell’invasione dei Goti, gestita da dementi ladri dai romani del Danubio, vero punto di partenza del tracollo dell’Impero, è nei libri. Basterebbe leggere un po’.
Oggi abbiamo soldi, computer e tecnologie. Purtroppo manca la voglia di guardare poco oltre la punta del naso. Tutti i palliativi di cui sento parlare possono migliorare la qualità dell’ambiente in cui viviamo. Ma erano migliori le città senza automobili e con le strade coperte di escrementi di cavalli? Certo era meglio quando non c’erano proprio le città, non c’è che dire. Continuate così. Ve ne accorgerete.