Tanto rumore per nulla, o quasi: dal vertice sul clima di Copenhagen, quello atteso come la panacea per il pianeta malato, non uscirà nessun trattato vincolante, al massimo una bozza.
Lo ha detto, parlando ai microfoni di «Europe 1» il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso. La motivazione è di quelle che lasciano perplessi: secondo il presidente, infatti, nonostante arrivare ad un’intesa sia «un dovere», visto che quella dei cambiamenti climatici rappresenta una «minaccia effettiva», dal vertice non uscirà nessun «accordo vincolante perchè alcuni Paesi non sono ancora pronti».
E ad essere indietro sono proprio quelle nazioni che dal punto di vista dell’impatto ambientale significano di più per il pianeta: Stati Uniti e Cina. A Copenhagen, quindi, ci si limiterà a puntare a stilare una bozza d’accordo che possa diventare, non si sa bene quando, un trattato vero e proprio accettabile da tutti i Paesi industrializzati e da quelli in via di sviluppo.
Barroso, davanti alle difficoltà , ha detto di condividere lo «scetticismo» con cui si guarda da molte parti alla conferenza sul clima, ma ha anche affermato di essere «fiero» del ruolo che sta giocando l’Europa. Mentre il presidente è fiero, però, il mondo è sempre più caldo.