Nel decreto incentivi il via libera alle trivellazioni a 5 miglia dalla costa?

Esplosione di una piattaforma petrolifera in Messico (Lapresse)

ROMA – Via libera per le trivellazioni fino a 5 miglia dalle coste? Nel decreto sugli incentivi e il rilancio delle infrastrutture spunta la norma che autorizza le estrazioni molto più vicine ai litorali. Secondo i calcoli del ministero dello Sviluppo economico, le nuove trivellazioni porterebbero 2 miliardi di euro l’anno. Ma la notizia non fa certo sorridere gli ambientalisti.

La denuncia viene dai senatori Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta: “Enormi rischi e vantaggi minimi”, dicono. “Il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera intende dare semaforo verde per le trivellazioni petrolifere e gasiere selvagge nei mari italiani, con un limite per gli interventi off shore che passa da 12 a 5 miglia marine, praticamente sottocosta”, spiega Ferrante.

Secondo Ferrante e Della Seta “anche se estraessimo gli 11 milioni di tonnellate di riserve perolifere stimate nei fondali marini del nostro Paese, ai consumi attuali li esauriremmo in soli 55 giorni”. E se i conti sono esatti il gioco non vale la candela. Non si può, dicono i due senatori, “trasformare il Mediterraneo in una groviera due anni dopo l’esplosione della piattaforma della Bp”.

Efficienza e fonti rinnovabili, sarebbero piuttosto le strade perseguibili. Una grossa quantità di gas che si potrebbe estrarre dal mare è potenzialmente già disponibile: il bio metano è un’energia rinnovabile che tra l’altro darebbe una boccata d’ossigeno e di reddito alle imprese agricole sull’orlo del tracollo. Le associazioni di settore fanno sapere che il biometano entro il 2030 potrebbbe raggiungere gli 8 miliardi di metri cubi l’anno, ossia l’attuale produzione di gas naturale in ITalia. Un risparmio annuo di 5 miliardi di euro

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