NEW YORK, 25 OTT – Divani, frigoriferi, pezzi di abitazioni, relitti di barche da pesca: le inondazioni seguite al terremoto che ha colpito il Giappone il marzo scorso hanno causato un vero e proprio tsunami di rifiuti. Oltre venti milioni di tonnellate di detriti di ogni genere sono stati risucchiati dalle correnti oceaniche del Pacifico e ora marciano in direzione Hawaii.
La montagna di macerie si trova a 3.200 chilometri dalle coste nipponiche e sta facendo rotta verso le Isole Midway, per poi raggiungere le Hawaii nei primi mesi del 2013. Quindi i rottami proseguiranno il loro cammino verso la West Coast degli Stati Uniti, dove potrebbero arrivare all'inizio del 2014 colpendo soprattutto gli Stati dell'Oregon e di Washington, mentre la traiettoria dovrebbe risparmiare la California.
Ad affermarlo, secondo quanto riportano i media americani, sono stati il ricercatore dell'International Pacific Research Center di Hawaii, Nikolai Maximenko, e lo studioso di programmazione informatica Jan Hafner. I due scienziati hanno elaborato il percorso dei detriti sulla base delle informazioni fornite da una nave russa che si occupa di studiare le correnti oceaniche.
I ricercatori della 'Pallada', che stavano navigando al largo delle Midway rientrando in Russia da Honolulu, in settembre, hanno affermato di aver avvistato parecchi rottami nelle acque del Pacifico. Tra questi c'erano oggetti di ogni genere, e persino il relitto di una barca da pesca con la scritta 'Fukushima'.
''I frammenti sembrano viaggiare piu' veloci di quanto pensavamo inizialmente'', ha dichiarato Hafner, che ha stimato in 20 milioni di tonnellate la massa di rifiuti. Lo studioso ha aggiunto di non voler creare il panico, ma che ''e' bene sapere quello che succedera'''.
I detriti, inghiottiti dalle correnti del Pacifico dopo il terremoto-tsunami dell'11 marzo scorso, rappresentano il triste lascito di una tragedia che ha provocato oltre 20.000 vittime, a cui si sommano i danni delle radiazioni nucleari. Oltre la tragedia umana, il terremoto sta causando un disastro ambientale senza precedenti.
Il problema infatti non e' rappresentato soltanto dal rischio per le imbarcazioni che navigano in quelle acque, per le quali e' molto difficile evitare ostacoli semisommersi, ma ad essere in pericolo – e' l'allarme degli studiosi – e' l'intero ecosistema dell'Oceano Pacifico, invaso da milioni di frammenti di spazzatura.