Eolico off shore: 300 mila lavoratori nel 2030

BRUXELLES – I parchi eolici offshore sono in grande espansione. Secondo i dati pubblicati nel suo ultimo rapporto, la lobby di settore stima che tra quelli operativi, in costruzione, approvati e programmati si potra' contare su una produzione di oltre 141GW. Un quantitativo di elettricita' che, tradotto in soldoni, sara' sufficiente a soddisfare le necessita' di 130 milioni di famiglie medie.

Questi impianti, con una capacita' di 35 volte superiore all' attuale di 4GW,potrebbero fornire il 13,1% della produzione europea elettrica totale. A fare la parte del leone nell'eolico offshore sono per ora soprattutto i progetti realizzati nella acque del mare del Nord e del Baltico. Germania, Gran Bretagna e Belgio sono attualmente i paesi impegnati nella costruzione di imponenti parchi eolici marini da 5,6 GW. Nel 2020 l'intero settore, compreso l'indotto, garantira', secondo le valutazioni dell'Ewea, 169.000 posti di lavoro, destinati a diventare 300.000 nel 2030. Ma il rapporto bilancia le attese positive con degli impegni da attuare. Primo tra tutti un imperativa boccata di ossigeno con sufficienti livelli di finanziamento messi sul piatto dagli investitori.

Sempre chiedendo di portare la mano alla tasca, la lobby ritiene necessario finanziare e costruire la rete elettrica offshore nel mare del Nord e Baltico in modo da poter trasportare enormi quantita' di elettricita' ai consumatori. Infine lo studio lancia un grido d'allarme per una possibile carenza, nei prossimi anni, di cavi sottomarini ad alta tensione e di personale specializzato.

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