Expo, Malesia chiede divieto di dicitura “senza olio di palma”

Expo, Malesia chiede divieto di dicitura "senza olio di palma"
Expo, Malesia chiede divieto di dicitura “senza olio di palma”

MILANO – All‘Expo di Milano, dal tema “nutrire il pianeta, energia per la vita”, c’è chi chiede di vietare la dicitura “senza olio di palma” dai prodotti alimentari in commercio. E’ la Malesia, uno dei due massimi produttori di questo tipo di olio insieme all’Indonesia. Nel suo padiglione all’Esposizione universale milanese, ci informa Monica Rubino su Repubblica, campeggia un cartello che definisce illegale scrivere sulle etichette alimentari di biscotti, grissini, creme spalmabili e altro la dicitura “senza olio di palma” o “palm oil free”. La notizia è stata data dal sito ilfattoalimentare.it.

Peccato che l‘olio di palma sia finito nell’occhio del ciclone perché la coltivazione degli alberi da cui è estratto avviene bruciando ettari ed ettari di foreste primarie, con danni anche alla biodiversità. In Indonesia e Malesia ha ucciso tigri, elefanti, rinoceronti e oranghi. In Indonesia, in particolare, in poche decine di anni la superficie delle foreste è stata più che dimezzata.

L’olio di palma non fa male solo all’ambiente. E’ anche dannoso per la salute, denunciano varie associazioni dei consumatori come il Fatto Alimentare. Questo olio, infatti, è un grasso saturo, quindi uno di quei grassi considerati tra i fattori coinvolti nel rischio cardiovascolare. Questo olio, in pratica, fa male quanto un grasso animale, ma costa meno e richiede un processo di lavorazione più semplice.

Attualmente sono sempre di più i consumatori che cercano prodotti che non contengono olio di palma. Devono leggersi attentamente le etichette per capirlo. Una dicitura “senza olio di palma” li aiuterebbe, così come sono utili le diciture “senza alcol”, “senza additivi”, senza OGM”, “senza glutine”. Un passo verso un mercato alimentare senza olio di palma è stato fatto da quindici catene di supermercati che hanno aderito all’appello del Fatto Alimentare. Si tratta di Coop, Esselunga, Carrefour, Iper, Despar, Primia con i marchi Basko, Poli, Tigros e Iperal, Crai, Ikea, Ld Market, Picard, MD discount, U2. Alcune hanno già sugli scaffali i primi biscotti e prodotti palma free, altre dovrebbero farlo entro l’anno.

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