Fonti rinnovabili, slittano decreti attuativi

ROMA, 22 MAR – Ancora fumata nera per l'attuazione dei decreti attuativi di incentivazione alle fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico. Per il momento, ha detto il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, ''siamo ancora lontani da un punto di arrivo che ci consenta di avere un quadro di riferimento che non tenga solo in conto l'impatto in bolletta ma la valutazione economica. Siamo molto in ritardo, non siamo d'accordo, ma dobbiamo continuare a lavorarci''. L'occasione e' l'annuale Meeting di Primavera sulla green economy organizzato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile presieduta dall'ex ministro dell'Ambiente, Edo Ronchi. Immediata la replica delle associazioni: ''Si rischia lo stop del settore.

Il Governo non faccia ricadere i ritardi del decreto sulle imprese'', hanno sottolineato in una lettera aperta l'Associazione nazionale energia del vento (Anev) congiuntamente con Associazione produttori energia da fonti rinnovabili (Aper) e Federazione produttori idroelettrici (Federpern). Preoccupazione anche da parte dei comuni: la mancata emanazione dei decreti ''sta creando una situazione di incertezza che penalizza fortemente un settore importante e innovativo della nostra economia'', ha affermato il delegato dell'Associazione nazionale comuni italiani (Anci) alle politiche energetiche e ai rifiuti, Filippo Bernocchi.

I settori eolico, geotermico, biomasse e idroelettrico, ha quindi ricordato il senatore del Pd, Francesco Ferrante, attendono i decreti attuativi sugli incentivi dal 29 settembre, ''quindi da 6 mesi ed e' assurdo sentire dal governo che si e' ancora lontani dalla definizione di testi che dovevano essere gia' pronti, quando il comparto delle rinnovabili e' bloccato, gli investimenti sono fermi e l'occupazione e' in pericolo''. La scadenza della precedente normativa e' il primo gennaio 2013. Da parte sua, il ministro Clini ha sottolineato la necessita' di evitare le distorsioni avute nel fotovoltaico. Un boom ''caratterizzato da grandi rendite per gli sviluppatori con il 20-30 per cento di distorsione, non male in un mercato normale''. Il ministro, confermando il lavoro su un'ipotesi di quinto conto energia, ha ricordato che per l'energia dal sole gli incentivi hanno raggiunto i sei miliardi di euro l'anno: ''Si prevedeva che, arrivati a questo livello si sarebbe rivisto il sistema''. Per le fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico, c'e' ''un tetto concordato – ha riferito Clini – di circa cinque miliardi di euro l'anno, di cui tre coperti da incentivi esistenti e due di margine su cui lavorare''. ''Il nostro interesse e' l'effetto volano'' e il vantaggio economico rappresentato da alcune filiere, come mini-idroelettrico e biogas, e quindi, ha detto Clini ''la valutazione di come si definisce il valore all'incentivo''.

''Capire le linee di investimento – ha sottolineato ancora il ministro – non e' facile perche' ci sono valutazioni che pesano molto e che nascono dai settori industriali. Ad esempio in Confidustria c'e' una discussione molto vivace di chi dice che l'elettricita' costa troppo e che determina un freno allo sviluppo su filiere industriali che possono trainare la crescita''.

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