Francia: la sicurezza del nucleare costerà decine di miliardi di euro

PARIGI – Nessuna centrale da chiudere d'urgenza, ma ''decine di miliardi di euro'' da investire in miglioramenti della sicurezza per rispondere a ''situazioni estreme''. E' questo il verdetto contenuto nel rapporto dell'Autorita' di sicurezza nucleare francese (Asn), emesso oggi sulla base degli 'stress test' eseguiti sugli impianti di tutto il Paese dopo lo spaventoso incidente di Fukushima.

Le centrali esaminate, scrive l'Asn, ''presentano un livello di sicurezza sufficiente per non richiedere l'arresto immediato di alcuna di esse'', anche se il proseguimento del loro utilizzo rende necessario aumentare nel minor tempo possibile, al di la' dei margini di sicurezza di cui gia' dispongono, la loro robustezza di fronte a situazioni estreme''.

Non e' quindi arrivata l'indicazione, attesa da numerosi gruppi ambientalisti e dall'ala ecologista della sinistra transalpina, di chiudere la contestata centrale di Fessenheim, in Alsazia: l'impianto piu' vecchio di Francia, con i suoi 34 anni, potra' continuare a funzionare, ma solo a patto che siano realizzati ampi e costosi adeguamenti in materia di sicurezza, soprattutto sismica. Cosa che, fa notare il presidente dell'Asn Andre'-Claude Lacoste, renderebbe forse piu' redditizio per i suoi gestori, Edf in testa, optare per la dismissione.

Fessenheim non è però l'unica centrale che dovra' subire un pesante restyling. Con l'inasprimento dei parametri di sicurezza dopo Fukushima, che prevede siano prese in esame anche le situazioni di emergenza piu' estreme, l'intero parco nucleare francese avra' bisogno di interventi. Cosa che, ha spiegato sempre Lacoste, ''corrisponde a lavori e finanziamenti assolutamente massicci, e centinaia di persone da assumere e formare'', e comportera' quindi pesanti esborsi per i due colossi del settore, Edf e Areva, ma anche per lo Stato.

Da pianificare in fretta, dato che l'Asn chiede entro il 30 giugno un ''nocciolo duro'' di provvedimenti per ''gestire le funzioni fondamentali di sicurezza'' in tutte le centrali.

La questione e' delicata per le due aziende, che gia' avevano annunciato accantonamenti straordinari in vista di costi aggiuntivi, ma anche per la politica, a pochi mesi dalle elezioni presidenziali. I francesi sono infatti, da un lato, molto attaccati all'energia nucleare, che copre circa il 75% del fabbisogno elettrico nazionale, ma anche preoccupati per la propria salute e la vigilanza sulla sicurezza, dopo il grande spavento collettivo generato dal disastro di Fukushima.

La gestione a breve e medio termine delle indicazioni dell'Asn, alcune delle quali richiedono una pianificazione pluriennale, fino al 2014 o addirittura 2018, si prepara quindi a diventare uno dei temi di primo piano della campagna elettorale.

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