CUNEO – Trent’anni dopo il disastro nucleare di Chernobyl, in Ucraina (allora parte dell’Unione Sovietica), sul suolo italiano si trovano ancora funghi radioattivi. La scoperta è stata fatta in Piemonte, e più precisamente a Crodo (Verbano-Cusio-Ossola), in località Foppiano.
Qui sono stati rinvenuti alcuni esemplari di Rozites caperatus (Foliota grinzosa) con livelli significativi di radioattività, fa sapere la Asl di Cuneo.
Sin dal 1986, anno dell’incidente della centrale di Chernobyl, è stato predisposto un monitoraggio nazionale della radioattività ambientale. Tra i diversi alimenti analizzati ci sono proprio i funghi che, considerate le loro caratteristiche di captare le sostanze radioattive, possono rivelare informazioni utili relative ad eventuali contaminazioni dell’ambiente in cui si sono sviluppati.
In questi giorni, il Servizio S.I.A.N. (Igiene degli Alimenti e della Nutrizione) dell’Asl di Cuneo ha ricevuto dal Laboratorio dell’Arpa (l’Agenzia per la protezione dell’ambiente) Piemonte di Ivrea la comunicazione che una specie esaminata in spettrometria gamma con livelli significativi di Radioattività (Cs-137).
Come ha spiegato Sebastiano Blancato, direttore del SIAN dell’Asl Cuneo,
“Il fungo in questione è il Rozites caperatus (Foliota grinzosa), fungo buon commestibile che può peraltro essere confuso con alcune specie del genere Cortinarius, molto tossiche e pericolose. Di questa specie si conosce da tempo la caratteristica di fungo ipercaptante di sostanze radioattive, in particolare per il Radiocesio, e pertanto ne è già consigliato un consumo molto contenuto. Sulla base dei dati ottenuti, pur non trattandosi di alimento centrale per la dieta tipo della popolazione, si ritiene di sconsigliare il consumo del Rozites caperata. A titolo precauzionale si include in tale misura anche lo Xerocomus badius (Boletus badius), altra specie notoriamente ipercaptante”.
Lo Xerocomus badius rientra fra le specie ammesse alla vendita, mentre il Rozites caperatus no, anche se la sua raccolta può essere praticata da cercatori hobbisti. Secondo l’Arpa Piemonte la contaminazione radioattiva rinvenuta può essere senz’altro fatta risalire a Chernobyl.