ROMA – E’ ”emergenza clima”: i leader del G7 dovrebbero ”inviare un forte segnale politico a sostegno di una più decisa azione dei governi nel contrasto dei cambiamenti climatici in corso”. Legambiente e le associazioni di tutti i sette Paesi membri – Germanwatch (Germania), Union of Concerned Scientists (USA), Réseau Action Climat (Francia), E3G (Regno Unito), Kiko Network (Giappone), Environmental Defence (Canada) – lo chiedono alla vigilia del vertice G7 di Elmau in Germania in un appello alla creazione di ”una situazione di fiducia a sostegno della transizione energetica”.
I governi del G7, spiegano le associazioni, ”hanno la responsabilità di assumersi impegni più ambiziosi nella lotta ai cambiamenti climatici, attraverso una rapida decarbonizzazione delle loro economie e il sostegno finanziario ai Paesi più poveri”.
Per questo ”impegni ambiziosi da parte del G7 sono fondamentali per rendere possibile il raggiungimento di un nuovo accordo globale sul clima il prossimo dicembre a Parigi”. ”Per evitare scenari climatici ingestibili – osservano – le emissioni derivanti dai combustibili fossili devono essere gradualmente eliminate a favore di un’economia globale alimentata da fonti rinnovabili. E’ giunto il momento che il G7 acceleri questo processo concordando di guidare l’eliminazione globale delle emissioni da fonti fossili entro il 2050”.
In particolare viene chiesto ai leader del G7 di ”abbandonare il ricorso al carbone”. ”Anche l’Italia deve fare la sua parte – dichiara il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza – il premier Renzi deve immediatamente fermare i progetti di trivellazione nell’Adriatico e nel Canale di Sicilia. Il governo italiano deve finalmente adottare un ambizioso Piano d’azione nazionale sul clima che abbia l’efficienza energetica e le rinnovabili come pilastri fondamentali”.