Guerra nucleare, il colonnello Giuliacci: “Ci sarebbero molti più morti da clima che per le armi atomiche”

Una guerra nucleare farebbe molti più morti da clima che per le armi atomiche. Lo spiega il colonnello Mario Giuliacci in una intervista a Fanpage dopo la minaccia di Vladimir Putin di mettere in stato di allerta il sistema di deterrenza nucleare contro le sanzioni imposte alla Russia per l’invasione in Ucraina.

Il metereologo spiega che gli effetti di un conflitto nucleare sarebbero “disastrosi su gran parte del Pianeta, e non solo in termini di vittime dirette di questi letali e spaventosi ordigni ma anche come brusche e intense modificazioni del clima del pianeta”.

Guerra nucleare, le simulazioni sul clima

Giuliacci spiega a Fanpage gli studi simulati degli effetti sul clima per due diversi scenari: “Il primo prevedeva l’eventualità di una guerra nucleare totale utilizzando tutto il loro arsenale noto e meno noto, il secondo invece una guerra meno cruenta in cui venisse utilizzato solo un terzo di tale arsenale. L’ho scritto in un articolo del 2017, ma oggi questa riflessione torna più che mai attuale”.

La principale preoccupazione riguarda il cosiddetto inverno nucleare: “Il fumo e il pulviscolo generati da una guerra nucleare infatti sarebbero in grado di provocare un brusco e deciso cambiamento climatico dalle conseguenze disastrose per l’umanità intera, al punto da causare un numero di vittime maggiore delle bombe stesse”.

Guerra nucleare e cambiamento climatico: il rischio carestia

Il problema, spiega sempre Giuliacci a Fanpage “sarebbe la densa coltre di fumo prodotta dalle esplosioni: uno spesso strato opaco che avvolgerebbe tutto il Pianeta riflettendo una bella fetta della radiazione solare e causando così un drastico crollo della produzione agricola capace di scatenare una carestia a livello globale senza precedenti nella storia”.

Nel caso della guerra più cruenta, prosegue, “con l’utilizzo dell’intero arsenale, in base alle simulazioni al computer si verrebbe a creare un vero e proprio inverno nucleare capace di cambiare profondamente l’intero nostro Pianeta: molta della fuliggine prodotta infatti rimarrebbe sospesa nell’Atmosfera per oltre un decennio, causando in brevissimo tempo un crollo delle temperature medie di circa 7 °C e una diminuzione della piovosità a livello planetario di circa la metà, con effetti devastanti sulla produzione agricola di tutto il Pianeta e di conseguenza anche una carestia senza pari nel passato”.

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