MILANO – E’ arrivata dal Giappone ed è pronta a divorare i nostri pomodori. Ma anche le nostre mele, la nostra uva, il nostro mais. Si chiama Popillia japonica, le sue larve bianche a settembre si sono dischiuse sotto terra e hanno iniziato a mangiare le radici delle piante. A fine maggio, spiega Jenner Meletti su Repubblica, si trasformeranno in scarabei di 12 millimetri e attaccheranno le piante italiane, fino a 295 specie diverse di vegetali, tra cui vite, mais, pomodoro, meli, e vari fiori.
L’allarme è stato lanciato dalla Coldiretti della Lombardia. Il suo presidente, Ettore Prandini, a Meletti ha ricordato che la Popillia japonica negli Stati Uniti è presente ormai dal 1961 ed è la specie di insetto infestante più diffusa. Ogni anno solo per i controlli l’amministrazione americana spende oltre 460 milioni di dollari.
Come si può arginare la devastazione? Spiega Prandini:
“Per la Popillia si metteranno trappole attrattive, per catturare migliaia di esemplari e distruggerli. Ma non basterà. Si useranno anche insetticidi ma il trattamento chimico deve essere limitato. L’importante è trovare un antagonista naturale – come si è fatto ad esempio con l’insetto parassitoide Torymus contro la Vespetta galligena del castagno – per ricostruire un equilibrio ecologico. Ma ci vorranno tre, cinque o dieci anni. Sono ormai globalizzati anche i parassiti. Ci troviamo a fare i conti con specie originarie dell’Asia o delle Americhe per le quali il nostro ambiente non è preparato e non ha predatori naturali. Dopo la Diabrotica del mais e il tarlo asiatico, dobbiamo affrontare questa Popillia”.