Lago di Aral prosciugato, il segretario dell’Onu: “Bisogna intervenire”

Il prosciugamento del lago di Aral è un disastro ambientale così grosso che ha spinto il segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon, a lanciare un appello per cercare una soluzione.

Un tempo questo era il quarto lago più grande del mondo: ora le acque si sono ridotte del 90% perché i fiumi che alimentano il lago sono stati in gran parte dirottati in un progetto russo per incrementare la produzione del cotone.

La diminuzione dell’acqua ha rovinato l’economia locale che si basava sulla pesca: ora i pescherecci vengono si arenano nella steppa sabbiosa. L’evaporazione delle acque ha lasciato strati di sabbia molto salate, che i venti possono trasportare fino in Scandinavia e Giappone, e che provocano problemi di salute alla popolazione locale.

Ban Ki Moon ha fatto il giro del lago con l’elicottero, durante una visita a cinque paesi dell’ex Unione Sovietica. Durante il suo viaggio il segretario generale delle Nazioni Unite ha fatto tappa a Muynak, in Uzbekistan: la città una volta era sulla riva del lago, ma ora c’è solo deserto e addirittura ci sono cammelli che camminano accanto alle carcasse delle navi.

Ban ha detto di aver visto “solo un cimitero di navi” e poi ha aggiunto: “E ‘chiaramente uno dei peggiori disastri ambientali del mondo. Sono scioccato”.

Il segretario dell’Onu ha quindi chiesto ai leader dei Paesi della regione di mettere da parte le rivalità e di cooperare per trovare un rimedio.

Finora la cooperazione è stata ostacolata dai disaccordi su chi ha diritto alle scarse risorse idriche e su come queste risorse dovrebbero essere usate.

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