Lombardia: scoperto traffico rifiuti, 10 arresti e 40 indagati

Pubblicato il 19 Gennaio 2010 - 08:32 OLTRE 6 MESI FA

Scoperta un’ampia rete di traffici di rifiuti in Lombardia. Un’organizzazione specializzata nel traffico illecito di rifiuti pericolosi è stata sgominata dai carabinieri del Gruppo Tutela Ambiente che, dalle prime ore di martedì, sta eseguendo in regione 10 provvedimenti restrittivi, una quarantina di perquisizioni, sequestri di sette aziende, e decine di mezzi, oltre ad aree e impianti di stoccaggio di rifiuti. Lo rende noto l’Ansa.

Nell’operazione sono impegnati circa 200 militari dell’Arma del Gruppo Tutela dell’Ambiente di Treviso, con il sostegno dei carabinieri dei Comandi provinciali di Varese, Monza, e Milano e del 2/0 Elinucleo di Orio al Serio (Bergamo). Gli ordini di custodia cautelare sono stai emessi dal gip Nicoletta Guerrero, su richiesta del pm Sabrina Ditaranto del tribunale di Busto Arsizio (Varese).

Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, falsità documentale e riciclaggio. A capo dell’organizzazione un campano legato alla famiglia siciliana di Giuseppe Onorato, più volte arrestato (l’ultima nel luglio 2008) per riciclaggio in Lombardia di denaro appartenente a cosche mafiose.

Tra gli indagati anche vertici locali di alcuni istituti bancari compiacenti. L’organizzazione, secondo quanto accertato dai carabinieri, operava attorno ad un sito di Fagnano Olona (Varese), noto come “La Valle”, formalmente adibito a ricovero di mezzi, ma di fatto utilizzato illecitamente come base di stoccaggio e trattamento di rifiuti pericolosi.

Coinvolti nell’inchiesta i membri della famiglia di Salvatore Accarino, che avrebbe coordinato l’illecita gestione di rifiuti provenienti dalla bonifica della cartiera “Fornaci” di Fagnano Olona, soprattutto terre contaminate da idrocarburi e metalli pesanti. Gli ingenti guadagni sarebbero poi stati riciclati con l’acquisto di mezzi e attrezzature da impiegare nelle società collegate all’organizzazione, oppure acquistando nelle aste pubbliche, mediante prestanomi, unità immobiliari in passato pignorate alla famiglia Accarino.
Salvatore Accarino, tramite la creazione di diverse società intestate a prestanome, dirigeva l’organizzazione, raccogliendo rifiuti speciali pericolosi e non dalle varie realtà industriali lombarde, soprattutto opifici, e anziché trasferirli in luoghi autorizzati, li avrebbe trasferiti nella “Valle” e in altri siti non autorizzati, con alti guadagni.
Secondo quando accertato Accarino poteva disporre di parecchio denaro e numerosi conti correnti bancari intestati a società e persone a lui vicine. Nonostante il suo status di pluriprotestato, che impediva, di fatto, la titolarità dei depositi, Salvatore Accarino sarebbe stato sistematicamente favorito dai direttori e impiegati di banca di alcuni istituti di credito nelle province di Verbania, Varese e Milano.