Marea nera. Gli uragani porteranno il greggio anche sulle coste del Messico

Sarà operativa nelle prossime ore la siringa telecomandata che la Bp ha inserito nel braccio flessibile del pozzo responsabile per la marea nera nel Golfo del Messico. Lo indicano fonti della compagnia petrolifera secondo le quali la mini-cupola calata sui fondali potrebbe servire come rete di sicurezza per catturare parte del petrolio che fuoriesce.

L’inserimento della siringa telecomandata nel braccio flessibile del pozzo per poi aspirare il petrolio è l’ultimo di una serie di tentativi della Bp per arginare la falla. La siringa è dotata di una sorta di valvola per impedire, almeno teoricamente, che il flusso di greggio finisca in mare.

Secondo il numero uno della Guardia Costiera, Thad Allen, parte del petrolio verrà inoltre pompato attraverso la mini cupola che i robot della Bp stanno posizionando sul fondo del mare, a circa 1.500 metri di profondità, per ‘incapucciare’ il pozzo.

Intanto arriva la notizia che la marea nera potrebbe contagiare anche il Messico: le autorità locali sono infatti in stato di allerta in quanto la stagione degli uragani potrebbe spingere il petrolio che sta fuoriuscendo da un pozzo sottomarino fino alle coste del paese. Finora le correnti marine del Golfo hanno spinto il greggio verso il nord, nella direzione della Louisiana e di altri tre stati Usa, ma gli uragani in arrivo nelle prossime settimane potrebbero portare la macchia nera fino alle spiagge messicane, ha precisato il ministero della marina.

Il governo di Felipe Calderon non esclude d’altra parte fare causa alla Bp, il colosso britannico che utilizzava la piattaforma all’origine della fuoriuscita di greggio, nel caso di un’eco-disastro alle coste nazionali. “La priorità è la chiusura della fuga del greggio, ma una volta fatto ciò, e nel caso di danni all’ambiente” il paese latinoamericano è pronto a chiedere i risarcimenti al gruppo petrolifero, ha sottolineato Calderon, che nei prossimi giorni sarà in visita negli Usa.

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