Arrivano le stelle sulla costa italiana: no, non è uno sbarco massiccio da Hollywood, ma una nuova classificazione, voluta da un decreto del ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, per classificare i nostri litorali. Dalle 4 stelle assegnate all’acqua “eccellente”, per passare alle 3 di “buono” e alle 2 di “sufficiente”, fino a scendere al livello “scarso” con una sola stella, già da quest’estate i vacanzieri potranno scegliere in che acqua bagnarsi.
Se fino ad oggi le Agenzie regionali per l’ambiente hanno definito il mare balneabile e non, d’ora in poi entra in vigore la classificazione basata su 16 rigide analisi diverse, ripetute nel tempi, che daranno il verdetto sulla qualità dei nostri mari. Il decreto, emanato a fine marzo, va ad aggiornare una legge del 2008 a firma dei ministeri dell’Ambiente e della Salute. “La nuova legge sposta la questione della balneabilità dall’ambito esclusivamente sanitario a quello ambientale, che ruota attorno a un determinato litorale – spiega Stefania Prestigiacomo, ministro per l’Ambiente -. L’Italia in questo contesto ha recepito una norma comunitaria, puntando l’attenzione sulle cause di inquinamento, che determinano la non balneabilità di un tratto di mare”.
Dal primo aprile scorso le Regioni sono obbligate a stilare una tabella di categoria delle spiagge non più basata sulla condizione degli stabilimenti balneari, ma esclusivamente sulla qualità del mare. Entro il 2015 ogni litorale dovrà essere classificato ed avere una propria scheda e sulle spiagge dovranno essere esposti, ben visibili, un cartello che avvisi i bagnanti. Blu per la categoria “eccellente”, verde per “buono”, giallo per “sufficiente”, rosso per “scarso”. I Comuni dovranno poi pubblicare le tabelle anche su internet, in modo tale da renderle consultabili per tutti.
La Liguria è stata una delle prime regioni a cimentarsi con la nuova classificazione. Utilizzando i dati dal 2006 al 2009, ha assegnato ben 4 stelle alle Cinque Terre e a Varigotti; ma anche il voto “scarso” (una sola stella) al litorale di Vernazzola, nel levante metropolitano di Genova. In questo ultimo caso, il decreto prevede che il Comune si faccia carico di adottare le misure per eliminare le cause, perché se i divieti di balneazione dovessero ripetersi per 5 anni, quel tratto di costa diventerebbe permanentemente interdetto ai bagnanti.