Mortara (Pavia), dopo incendio rifiuti l'aria è irrespirabile: scuole chiuse Mortara (Pavia), dopo incendio rifiuti l'aria è irrespirabile: scuole chiuse

Mortara (Pavia), dopo incendio rifiuti l’aria è irrespirabile: scuole chiuse

Mortara (Pavia), dopo incendio rifiuti l'aria è irrespirabile: scuole chiuse
Mortara (Pavia), dopo incendio rifiuti l’aria è irrespirabile: scuole chiuse

PAVIA – Scuole chiuse a Mortara, in provincia di Pavia, dopo l’incendio nella ditta di gestione rifiuti Eredi Bertè, alla periferia della città. A 24 ore dallo scoppio del rogo gli abitanti hanno iniziato a rendersi conto della gravità dell’accaduto. Se ieri la colonna di fumo nero era impressionante, ma saliva in quota e poi la brezza provvedeva a portarla lontano, oggi le condizioni meteo sono cambiate e Mortara si è svegliata immersa in una leggera nebbiolina e con un forte odore di plastica bruciata.

Sono andati a fuoco soprattutto rifiuti solidi ingombranti come materassi e mobili e materiale da imballaggio, cioè cartoni e pallets accatastati in un’area di circa 11mila metri quadrati. Tra questi anche una quota di materiale plastico che fin da subito ha portato i tecnici a verificare il rischio di tossicità.

Ci vorranno 72 ore per sapere se e quanta diossina si è sprigionata ed è ricaduta sul terreno. Nella notte l’Arpa ha installato una seconda centralina mobile per campionamenti ad alto volume nei pressi dell’asilo nido. Dalla prima, posizionata ieri in via Bossi Gregotti, in mattinata sono stati prelevati i filtri e inviati al laboratorio per le analisi. Gli esiti fra tre giorni.

I Vigili del Fuoco sono stati al lavoro tutta la notte per domare le fiamme e sono ora impegnati a spegnere gli ultimi piccoli focolai. Poi  procederanno allo smassamento dei rifiuti bruciati: i cumuli vengono sollevati da benne e pale meccaniche, irrorati con acqua per spegnerli e poi spostati in un luogo sicuro in un’altra parte del deposito.

Su disposizione del prefetto il sindaco di Mortara e quelli di dieci Comuni limitrofi, compreso Vigevano, hanno emesso ordinanze per invitare la popolazione a tenere chiuse porte e finestre e a non raccogliere e consumare i prodotti dell’orto fino a quando le analisi dell’Arpa non escluderanno contaminazioni. L’ordine è stato esteso agli agricoltori che dovranno procedere nei prossimi giorni alla trebbiatura del mais. Vietato anche il pascolo.

Nelle strade del centro, a due chilometri dal luogo dell’incendio, gira meno gente del solito, effetto forse anche delle scuole chiuse, e si incontra qualcuno con la mascherina sul volto. Il fumo che si sprigiona dall’incendio, pur diminuito, resta parecchio.

Colonne di fumo alte decine di metri sono stati visibili per tutta la giornata di mercoledì a chilometri di distanza. Durante l’estate sono stati parecchi gli incendi sviluppatisi in depositi di rifiuti anche nella provincia di Milano, tanto che Legambiente ha parlato di “strana epidemia di incendi”.

I carabinieri hanno avviato un’inchiesta per accertare la natura dell’incendio e certo la concomitanza con l’imminente ispezione dell’Arpa autorizza ad alimentare qualche sospetto. Il titolare della ditta, Vincenzo Bertè, 51 anni, residente a Palestro, arrivato sul posto ha accusato un malore ed è stato accompagnato in ospedale per accertamenti. Un altro incendio, in quel caso di accertata origine dolosa, era scoppiato nella stessa ditta il 14 settembre 2004.

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