Nucleare: in Giappone tracce di plutonio fuori dalla centrale di Fukushima

TOKYO, 6 GIU – Tracce di plutonio sono state trovate fuori dalla centrale di Fukushima, per quella che e' considerata come la prima volta in assoluto da quando e' scoppiata la crisi. Contemporaneamente l'Agenzia nipponica per la sicurezza nucleare (Nisa) ha piu' che raddoppiato le stime sulla perdita di radioattivita' nell'aria nei primi giorni dell'emergenza, portandola a 770.000 terabecquerels dai precedenti 370.000 e rafforzando le ragioni della classificazione dell'incidente al livello 7, il massimo sulla scala internazionale Ines.
A quasi tre mesi dal devastante sisma/tsunami che ha causato la peggiore catastrofe nucleare da Cernobyl del 1986, nuovi elementi sono emersi sulla radioattivita': le ricerche fatte da Masayoshi Yamamoto, un professore dell'Universita' di Kanazawa, hanno permesso di individuare livelli di plutonio in campioni di terreno – prelevati da un team di ricercatori dell'Universita' di Hokkaido prima del 22 aprile nella citta' di Okuma, a circa 1,7 km dal cancello principale della centrale -, inferiori a quelli medi osservati dopo i test di ordigni nucleari, come nel caso di quelli voluti dalla vicina Corea del Nord. I metodi seguiti da Yamamoto, basati sulla comparazione delle proporzioni di 3 tipi di isotopi di plutonio, hanno aiutato pero' a determinare l'origine della 'fuga' di radiazioni: la centrale di Fukushima, dove i reattori dall'1 al 3 hanno subito pesanti danni, inclusa la fusione parziale del combustibile che, nel n.3, era composto da una pericolosa miscela uranio/plutonio.
La Nisa,inoltre, ha comunicato oggi di aver piu' che raddoppiato le stime sulla quantita' di materiali radioattivi dispersi nell'aria durante i primi giorni della crisi di Fukushima: 770.000 terabecquerels contro la stima precedente di 370.000, a seguito della revisione dei dati sul reattore n.2.
L'Agenzia, inoltre, ha anche rilasciato una valutazione sulle condizioni dei reattori dall'1 al 3, ipotizzando danni maggiori e la possibilita' che il processo di fusione parziale nei n.1 e 2 si sia sviluppato piu' velocemente di quanto annunciato dalla Tepco, il gestore dell'impianto, in funzione del diverso calcolo sull'acqua utilizzata per il raffreddamento d'emergenza.
Le amministrazioni dei centri abitati subito fuori dalla zona di evacuazione programmata – nel raggio tra 20 e 30 km dall' impianto e dove secondo le ultime stime si potrebbero avere 21,7 millisievert d'esposizione annua, oltre quota 20 fissata dal governo di Tokyo – lavorano a piani indipendenti.
Le citta' di Date e Soma, a nord della centrale, intendono offrire assistenza a chi decidera' di andarsene anche se molti preferiscono restare. I sondaggi effettuati e riportati dallo Yomiuri Shimbun sono chiari: a Ishida, quartiere di Date, 48 persone di 15 famiglie, su 160 residenti (44 nuclei familiari) hanno espresso il desiderio di partire e ancora meno, 10 famiglie su 161, nel distretto Tamano di Soma, che confina con il villaggio in via di evacuazione di Iitatemura.

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