Nucleare: il governo pensa a un anno di moratoria. Restano le sette centrali attive nel raggio di 200 km da Milano

ROMA –  Prima era un sì, poi è venuto Fukushima ed è diventato un “no”. Ora, la posizione del governo sul nucleare, sembra destinata a diventare un “aspettiamo un attimo”, magari un anno, il tempo che si calmino le acque per poterne poi riparlare con tranquillità. Allo studio del Governo, scrive infatti l’Ansa citando “fonti qualificate” ci sarebbe infatti la proposta di una moratoria di un anno. Un modo, sembra, per sperare che la paura e la tempesta emotiva del dopo incidente giapponese sbiadiscano un po’ nella memoria degli italiani.

Il disastro giapponese, è un fatto,  ha rimesso al centro del dibattito pubblico il nucleare. L’Italia, che alle centrali aveva deciso di rinunciare, era in procinto di reintrodurle. Fukushima ha imposto un immediato dietro-front, anche il Governo Berlusconi, massimo sponsor del ritorno dell’atomo, si è preso una pausa di riflessione. Ma, anche facendo a meno dell’uranio per l’approvvigionamento energetico, possiamo considerarci al sicuro?

Sette centrali nucleare gravitano attorno all’Italia, nel raggio di 200 km, tenendo come punto di riferimento il centro dell’Italia settentrionale. Un dato da tenere conto nel dibattito “nucleare sì o nucleare no”. Quello che è successo in Giappone alla centrale di Fukushima va tenuto da conto perchè 200 km sono pochi e controllare l’efficienza degli impianti, come ha deciso l’Ue, potrebbe essere un primo passo importante.

Quali sono e dove si trovano queste centrali nucleari così vicine all’Italia? Quelle più a rischio sono centrali che risalgono addirittura agli anni ’70. In Slovenia c’è quella Krsko, in Germani quelle di Isar e Gundremmingen, poi tante altre, alcune a rischio, alcune no, terremoti permettendo, sparse in Francia e Svizzera.

Gli stress test proposti dall’Ue saranno volontari, ma tutti dovrebbero aderire ai controlli. Saranno effettuati nella seconda metà del 2011 ma il governo italiano, evidentemente preoccupato da un referendum, ha chiesto di accelerare i tempi.

C’è poi un’altra urgenza: la delega al governo a stabilire con un decreto i criteri per la localizzazione delle eventuali centrali scade a marzo. Dopo la votazione alla Camera a favore del testo, avvenuta poco prima della tragedia in Giappone, sull’intervento al nucleare si è innescata una piccola polemica Romani-Schifani. “Apprendo da Bruxelles che il ministro Romani – ha detto Schifani – ha opportunamente annunciato una pausa di riflessione sul nucleare. Sono certo che vorrà informare la sede parlamentare di quanto da lui già affermato e delle relative motivazioni a sostegno”.

Sulle possibili causa e malattie in seguito ad un guasto nucleare nelle centrali vicine all’Italia, il ministro della Salute Ferruccio Fazio è sicuro: “Non abbiamo dati certi sull’arrivo della nube radioattiva sulla Francia, così come annunciato dall’Agenzia nucleare francese. Ma se dovesse essere confermato e verificarsi questa evenienza, non ci sarebbero problemi, perchè il materiale radioattivo sarebbe estremamente diluito e quindi non vi sarebbero conseguenze per la salute”.

Gestione cookie