Nuova Zelanda, petroliera Rena rischia di affondare

SYDNEY, 13 OTT – Con le condizioni del tempo migliorate, le squadre di salvataggio in Nuova Zelanda moltiplicano gli sforzi per svuotare i serbatoi di carburante della grande portacontainer che una settimana fa si e' incagliata in una barriera corallina, al largo della turistica Bay of Plenty nell'isola del nord.

La nave Rena ha gia' disperso in mare 350 tonnellate di petrolio e rischia di disperdere altre sostanze tossiche pericolose dai container. E' una lotta contro il tempo, prima che la breccia che dopo giorni di tempesta si e' aperta a babordo si estenda fino al punto di far affondare la nave, di 47 mila tonnellate di stazza, che ha ancora 1.300 tonnellate di petrolio nei serbatoi.

Lungo le spiagge della baia circa 500 persone, in buona parte militari, sono impegnati in operazioni di pulizia, raccogliendo le dense bolle nere alcune grandi come vassoi. A questi si sono aggiunte centinaia di residenti, nonostante il divieto di accedere alla spiaggia per i rischi alla salute e altri 1.200 si sono registrati come volontari in attesa del via libera.

Su alcune spiagge si sono anche riversati detriti fuoriusciti dai 90 container caduti in mare durante le temeste degli ultimi giorni e le autorita' hanno avvertito che uno dei container conteneva la sostanza tossica detta ferrosilicone, che emette gas infiammabile al contatto con l'acqua e puo' causare esplosioni.

Decine di uccelli, fra cui i caratteristici pinguini blu, sono stati ricoperti di petrolio e ripuliti da volontari coordinati dal Wwf. La meta' di prua della nave di 236 metri e' fermamente incastrata nei banchi corallini, la poppa e' sommersa a piu' di 90 metri di profondita' e lo scafo e' inclinato di 20 gradi. Tre rimorchiatori sono sul posto e tentano di evitare l'affondamento.

Oggi gli armatori greci della 'Rena', Costamare Shipping, hanno presentato profonde scuse ai neozelandesi, assicurando che collaborano pienamente con le autorita' per stabilire le cause dell'incidente e le responsabilita' per i danni causati. ''Per noi, ogni goccia di petrolio in acqua e' una goccia di troppo'', dichiara in un messaggio video il direttore della compagnia, Diamantis Manos. 'E' quindi motivo di grande dispiacere per noi che una nave associata con noi sia la causa di tanta angoscia''.

Intanto, dopo il comandante, oggi e' stato arrestato il secondo ufficiale, di 37 anni, anch'egli di nazionalita' filippina, che era incaricato della navigazione quando la nave ha colpito la barriera corallina, che era chiaramente segnata nelle carte nautiche. Anch'egli e' stato incriminato secondo la legge marittima che copre attivita' pericolosa che coinvolga navi o altri prodotti marittimi. Come il suo comandante e' stato rinviato a giudizio e liberato su cauzione, e rischia fino a 12 mesi di carcere e una multa pari a 5.700 euro.

E' emerso che recenti ispezioni della Rena prima che raggiungesse la Nuova Zelanda avevano denunciato diversi problemi, e che la nave era stata per questo trattenuta temporaneamente prima in Cina e poi in Australia per una serie di correzioni.

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