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Palmaria, allarme cemento. Toti: “Sarà la nuova Capri…”

di Warsamé Dini Casali |1 Marzo 2016 12:30

Palmaria, allarme cemento. Toti: “Sarà la nuova Capri…”

LA SPEZIA – Palmaria, allarme cemento. Toti: “Sarà la nuova Capri…”. L’isola di Palmaria, gioiello del Porto dei Poeti in Liguria di fronte a Porto Venere, sta per cambiare il suo volto. Lo spera chi, come il presidente della Regione Giovanni Toti, si augura un destino da perla del turismo di qualità, “una nuova Capri“, ha dichiarato.

Lo teme chi, all’opposto, intravede colate di cemento e speculazione selvaggia. Teme la “rapallizzazione” di Palmaria. Sullo sfondo l’interesse degli sceicchi degli Emirati Arabi che vi avrebbero già messo gli occhi e di grandi investitori che hanno già preso contatti con il sindaco di Porto Venere.

Il fatto è che il 14 marzo, Palmaria sarà riconsegnata dalla Marina Militare al Comune di Porto Venere. Non sarà più area militare. Stretta tra la punta di San Pietro e gli isolotti del Tino e Tinetto l’isola è rimasta miracolosamente esclusa dalle rotte del turismo di massa. E’ piccola, due ore a piedi bastano per il periplo completo. 31 sono i residenti fissi, 50 gli edifici, per lo più bisognosi di ristrutturazioni. I pochi abitanti vedono di buon occhio l’opportunità.

“Questo è un posto bellissimo, una meraviglia. Ma ci sono decine di edifici in rovina, sfondati, semicrollati. Un gran brutto vedere e un segno di degrado, anche per chi viene a visitare questo paradiso”. (Marco Menduni, Secolo XIX)

Agli ambientalisti non bastano invece le rassicurazioni di Toti (non verrà concesso un metro quadrato in più) perché lui è il contestato promotore del Piano Casa Liguria che minaccia un +35% secco di cemento in più e che è stato impugnato dal Governo Renzi.

Nella Regione al centro del contestato Piano Casa l’opposizione è già sulle barricate. «Ho avuto diverse incontri anche con le associazioni del territorio – spiega il sindaco Cozzani – preoccupate da tutto ciò. Io mi auguro che la Palmaria possa avere un richiamo internazionale. Questo aprirebbe il territorio a mercati estremamente interessanti». (Laura Ivani, Il Secolo XIX)

 

 

 

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